Conosco aziende dove c’è sempre qualcuno delle risorse umane che gira per i corridoi con un uovo in mano. Vagano per gli uffici pensando (malamente) di trovare un pollo che preferisca un uovo subito in luogo di una gallina di là da venire.
Sono quelli che dicono sparlano e predicano asserendo che la gente è un valore, ma poi si confondono e si convincono che la gente abbia semplicemente un prezzo.
Il prezzo è il fatidico uovo. E se si trova qualcuno disposto a barattare il proprio posto di lavoro (la gallina) con un più o meno oneroso costo in unica soluzione (l’uovo), il gioco è fatto. Il killer delle risorse umane, a quel punto, può segnare un’altra tacca sul fusto dell’immaginaria carabina utilizzata per sfoltire la popolazione aziendale.
Ho visto con i miei occhi – tranquilli non attacco la pippa del “cose che voi umani…” – eliminazioni mirate e decimazioni tranchant che hanno fatto fare carriera a chi diceva di essere un valorizzatore… già, un termovalorizzatore… e non me ne sono sorpreso. Sono lontani i tempi di Adriano Olivetti e di quegli imprenditori che avevano rispetto di chi faceva la fortuna di tutti. La disumanizzazione dei rapporti interni alle imprese ha sgretolato il sistema produttivo ed occupazionale, consentendo però il conseguimento di MBO e premi ai boia di turno.
Ho letto in questi giorni la storia di Riot Games, la società che ha realizzato e commercializza il videogame “League of Legends”. La software house in questione pagherà 25mila dollari cash ai dipendenti perché lascino l’impiego e darà la stessa somma anche a chi è stato appena assunto. Poi sono inciampato nel caso “Zappos”, pronto a regalare 2000 dollari a chi si toglie dai piedi, e in quello della non mai abbastanza celebrata Amazon che è disponibile ad elargire agli esodati volontari 3000 biglietti verdi per i “peones” e fino a cinquemila per i lavoratori caratterizzati da maggior esperienza.
Amazon avrebbe inviato una lettera dal titolo “Please don’t take this offer”, con cui – a dispetto della preghiera a non prendere in considerazione l’offerta – spalanca la porta a chi non fosse soddisfatto delle condizioni o delle prospettive di lavoro. D’altronde della Amazon-maniera di fare se ne sono occupati la BBC (che ha addirittura infiltrato un giornalista tra i lavoratori… e i giornali di tutto il mondo. Jeff Bezos, gran capo del colosso online, si è addirittura guadagnato lo scettro del capo più odiato.
E a questo punto si arriva a pensare che anche un rapper può dire la sua a questo proposito. Le parole del brano “The Real Slim Shady” di Eminemfotografano il quadro dell’insoddisfazione di chi lavora e paventano improprie reazioni: il ritornello “working at the Burger King, spitting on your onion rings” suggerisce di mangiare un panino a casa…
(01.08.2014)
Tratto dal sito job24.ilsole24ore,com