“Definire un “Codice della Partecipazione” delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita delle imprese, che da sempre è tra gli obiettivi della Uil, è quanto mai indispensabile per garantire un rapporto diverso tra lavoro, impresa e istituzioni, anche al fine di raggiungere un nuovo modello per un più sano sviluppo del Paese”.
E’ quanto sostiene una nota della segreteria regionale della Uil che si dice “convinta che bisogna rilanciare con forza anche in Basilicata il tema della partecipazione delle lavoratrici, dei lavoratori e delle loro rappresentanze, non solo sotto il profilo organizzativo ma, soprattutto, in termini di governance”.
Per la Uil “bisogna rafforzare il dialogo con le imprese, tenendo conto in particolare del nuovo modello contrattuale, derivante dal Patto per la fabbrica del 2018, avviando così percorsi attuativi di quanto concordato tra le parti.
Il contesto e lo scenario di crisi, che hanno caratterizzato questi ultimi anni, hanno posto in evidenza l’esigenza di una nuova “etica degli affari” che non può che passare attraverso un maggiore controllo sulla “Governance”. In assenza di regole certe – sottolinea la nota della Uil – abbiamo purtroppo toccato con mano e pagato prezzi altissimi, sia a livello locale che globale, rimettendo al solo mercato la regolazione dei flussi economici e i controlli esterni “imparziali”.
Le strategie imprenditoriali, troppo spesso meramente finanziarie e prive di supporti produttivi reali, hanno non solo puntato a risultati a breve per pochi, ma hanno mortificato il “valore lavoro” in sé, pregiudicando le potenzialità professionali del dipendente oltre che del capitale finalizzato allo sviluppo.
Per questi motivi deve essere fatto un passo avanti volto a far crescere la cultura della partecipazione nel nostro tessuto economico, nell’intento comune, di costruire una più forte “solidità competitiva” dell’impresa attraverso la valorizzazione della persona oltre che del capitale, ed un modello di sindacato quale soggetto attivo dello sviluppo e della diffusione del benessere: questo il presupposto e il percorso voluto fortemente dalla Uil, che parte con il rilancio della Responsabilità Sociale dell’Impresa, con la valorizzazione dei codici etici, con il potenziamento del ruolo dei Comitati Aziendali Europei (CAE), con l’impegno e la realizzazione di primi modelli di Welfare aziendale.
“Puntare sulla partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori – afferma il segretario regionale Uil Vincenzo Tortorelli – vuol dire restituire dignità al lavoro, alla creatività e alla professionalità, che sono il sostegno della competitività, oltre che alla fidelizzazione nell’azienda. Relativamente alla partecipazione gestionale dei lavoratori – aggiunge – la Uil si dice favorevole alla presenza dei rappresentanti dei lavoratori nei Consigli di Sorveglianza, mentre non condivide la scelta di dare tale possibilità nei Consigli di Amministrazione.
L’idea di partecipazione della UIL – precisa – non è mai coincisa con i modelli di “cogestione”, poiché essi non si attagliano alla nostra concezione del sindacato come “libera associazione”, semmai rinviano al sindacato “istituzione” (ipotesi pure prevista nella nostra Costituzione) e a un modello come quello tedesco che ci sembra, ancor più oggi, difficilmente importabile nella nostra economia. È questo spirito volto alla co-decisione al “controllo”, alla “sorveglianza”, al “coinvolgimento informativo e comunicativo e consultivo”, più che alla “cogestione”, che può portare ad un efficace modello di partecipazione.
Ecco perché è indispensabile un rafforzamento della contrattazione collettiva, in particolare di secondo livello, con un impegno delle parti ad estenderla in tutto il territorio. E questo non solo per un principio di redistribuzione del reddito di produttività, ma anche per consentire alle lavoratrici e ai lavoratori di tali realtà una partecipazione alla vita dell’impresa. Per questo come Uil crediamo che un modello partecipativo che preveda l’azionariato e la partecipazione agli utili debba essere strettamente legato ad accordi sindacali, che ne garantiscano la volontarietà, e alla contrattazione collettiva, che deve mantenere il suo ruolo di regolazione salariale. Siamo favorevoli – conclude Tortorelli – alla partecipazione organizzativa dei lavoratori, prevedendo nelle commissioni paritetiche la presenza di RSU e/o RSA. Infine, la Uil sottolinea che la contrattazione collettiva deve riconoscere premi aziendali a tutte le lavoratrici e i lavoratori, non solo a quelli che hanno contribuito al miglioramento e alla innovazione di prodotti, servizi e processi organizzativi”.