L’associazione Asati chiede ai soci di Tim (in particolare Vivendi, Cdp, Assogestioni) un rappresentante dei piccoli azionisti nel cda. In una lettera diretta per conoscenza anche al board di Tim, i piccoli azionisti sottolineano che “proprio ieri il consiglio, all’unanimita’, ha dato via libera al progetto che prevede l’individuazione di una rosa di 10 candidati da proporre all’assise dei soci con il consenso di Vivendi (23,9%) e Cdp (9,9%).
Gli altri 5 membri del board saranno proposti da Assogestioni”. Asati, ricorda la lettera, chiede da molti anni di avere nel cda di Tim un rappresentante dei piccoli azionisti e rinnova la richiesta a tutti i soci Tim, in particolare a Vivendi, Cdp e Assogestioni. I piccoli azionisti esterni all’azienda e i dipendenti azionisti hanno circa 220 milioni di azioni. La proposta di Asati, si legge nella lettera, “e’ in linea con quanto avviene da anni nelle piu’ grandi imprese europee del settore, Vivendi e’ tra queste. In Europa, gli azionisti-dipendenti sono presenti nel 94% delle grandi imprese, detengono azioni per oltre 400 miliardi di euro e rappresentano, in media, il 3,2% del capitale sociale. In altri ordinamenti, con particolare riferimento a Germania e Francia, rimanendo nel contesto europeo, e’ stato riconosciuto e valorizzato il principio della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, attraverso una rappresentanza negli organi sociali, soprattutto di controllo”. Un ultimo commento lo riserva la lettera alla posizione della Commissione e del Parlamento Europeo, che “individuano nel coinvolgimento di tutti i portatori di interesse, tra cui i dipendenti e gli azionisti non di controllo, anche non istituzionali, uno dei fattori fondamentali per lo sviluppo di lungo termine delle imprese.
In questo contesto, la presenza di azionisti-risparmiatori e di azionisti-dipendenti si pone come fattore di stimolo, ma anche come istanza che sollecita risposte, tanto dalle imprese, quanto dal sistema nel suo insieme”.