Smart working, dimissioni di massa, nuovi equilibri tra occupazione e vita privata. L’era Covid sta rivoluzionando il mondo del lavoro con velocità e intensità impressionanti, disegnando una nuova architettura sociale che potrebbe mutare ancora sotto i nostri occhi lasciando spazio a ulteriori innovazioni. Il lavoro agile o ‘a distanza’, che all’inizio della pandemia è stato percepito da molti imprenditori come ‘male necessario’, è invece considerato oggi il pilastro di una nuova organizzazione del lavoro in grado di archiviare il modello taylorista.
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Marina Capobianco – La partecipazione dei lavoratori nell’era del digital work
1. Fordismo, post-fordismo e nuova organizzazione del lavoro
Per quasi tutta la metà del secolo scorso, il modello economico-produttivo dominante è stato quello dell’organizzazione scientifica del lavoro (Scientific Management Organization1) o “taylorismo” al quale è affiancato il paradigma del “fordismo”2.
Salvo Leonardi e Donata Gottardi – Why no board-level employee representation in Italy ?
Pubblichiamo in allegato il recente, ampio ed esaustivo contributo di Salvo Leonardi, main contributor di Mitbestimmung, e Donata Gottardi sulla rappresentanza dei lavoratori in Italia negli ambiti aziendali deputati a orientare, definire e attivare le decisioni strategiche.
Federico Butera – La partecipazione progettuale
Sintesi dell’intervento di Federico Butera, Professore Emerito di Scienze dell’Organizzazione, Università Bicocca di Milano e Sapienza di Roma. Presidente Fondazione IRSO, Istituto di Ricerca Intervento sui Sistemi Organizzativi, al seminario “Co-determinazione 4.0 – Governance e Contrattazione d’anticipo nella digitalizzazione”, organizzato da CGIL e tenutosi a Roma il 22 marzo 2018.
Intervista a Mario Sai
Mario Sai è responsabile dell’Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Milano. Insegnante, pubblicista, dirigente sindacale. Dagli anni ottanta si è occupato del rapporto tra innovazione tecnologica e cambiamenti nel lavoro da diverse angolature. Come presidente di commissione al Cnel, designato dalla Cgil, ha coordinato dal 1998 al 2004 la stesura dei «Rapporti sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione» in Italia.
Matteo Pirazzoli – Contro l’accordo quadro tra Confindustria e confederali !
LA POSTA IN GIOCO DELL’ACCORDO QUADRO: LA RISTRUTTURAZIONE DEL CAPITALISMO ITALIANO (INDUSTRIA 4.0).
Si è visto che le nuove tecnologie che si vogliono implementare nell’industria permettono una maggior cooperazione, ovvero aumentano il livello di controllo automatico dei ritmi di lavoro, consentendo di produrre di più e con meno operai, scaricando la maggior parte di fatica fisica e mentale sui lavoratori. In questa maniera i padroni tentano di estrarre maggior plusvalore dagli operai, aumentandone lo sfruttamento con accorgimenti che non implicano elevate spese fisse (si pensi al tristemente famoso braccialetto di Amazon).
Seminario FISAC/CGIL “La contrattazione d’anticipo dei cambiamenti”.
Il seminario residenziale del 12 e 13 settembre intende dare seguito al percorso di studio e di elaborazione personale e collettiva- rivolto al gruppo dirigente della Camera del lavoro di Milano, avviato con il seminario di Darfo svoltosi nel Settembre 2016.
Da Olivetti al capitalismo delle piattaforme.
C’era una volta, in un tempo che oggi sembra lontano lontano, un capitalista (e un capitalismo) dal volto umano e soprattutto umanistico. E che, diversamente dai neoliberali di oggi, non voleva trasformare la società in mercato, la vita in concorrenza di tutti contro tutti e ciascuno in mero imprenditore di se stesso. Un capitalista che certo aveva come suo baricentro l’impresa, ma un’impresa che si poneva al servizio della comunità e degli uomini e che voleva perfino democratizzare se stessa conferendo ai lavoratori e alle istituzioni del territorio la proprietà o la partecipazione alla gestione dell’impresa stessa.
Francesco Ranghiasci – Che forma ha la collaborazione ?
Provate a rispondere a questa domanda e vi renderete subito conto di avere a che fare con un compito tutt’altro che facile. Un modo di procedere potrebbe essere affidarsi al web, magari provando ad inserire qualche chiave di ricerca nella sezione Immagini di Google (provateci anche voi).
La fabbrica del futuro e il mito del super-operaio.
Le fabbriche stanno cambiando e diventano più intelligenti, questo lo abbiamo capito. Ora è il momento di occuparci degli operai. La nebbia è fitta e il grosso del dibattito si è interessato finora del futuro dell’occupazione. Le ipotesi più pessimistiche, alla Andrew McAfee, ci hanno prospettato scenari in cui 702 tipi di lavoro, il 47% del totale sarebbero stati bruciati.