Sulla riforma della contrattazione “la palla è nelle mani delle parti. Ma il tempo sta per scadere. Se non si sbrigano loro, ci pensiamo noi. E non è una minaccia, ma una semplice constatazione di buon senso”. Lo riibadisce il premier Matteo Renzi in un’intervista al Sole 24 Ore, anche se il responsabile del Lavoro, Giuliano Poletti, smussa gli angoli sottolineando che è opportuno che “vada ancora lasciato giustamente lo spazio alle parti per il confronto”.
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Contratti, sì al confronto, no ai muri di gomma.
“Aggiornare il sistema contrattuale non riguarda solo Confindustria, ma anche altre associazioni datoriali. E non è un’operazione al ribasso dei parametri salariali, come intende fare Squinzi, perché non è di questo che il Paese ha bisogno, se vuole rilanciare lo sviluppo. Per noi, riformare i contratti vuol dire ammodernare il sistema delle relazioni industriali, al cui interno confronto, partecipazione e contrattazione siano considerate delle risorse”. Così Franco Martini, segretario confederale Cgil, stamattina ai microfoni di Italia Parla, la rubrica quotidiana di RadioArticolo1.
Anche per Confindustria l’importante è partecipare.
E’ di poche ore fa una svolta storica di Confindustria sui contratti di lavoro di cui solo gli osservatori più attenti si sono accorti. Nel suo discorso all’assemblea annuale privata degli industriali, il presidente Giorgio Squinzi ha proposto di rivedere profondamento il modello dei contratti di lavoro legando strettamente retribuzioni e produttività.
Prima chiudiamo i contratti poi discutiamo di partecipazione.
Camusso replica a Squinzi: i salari vanno aumentati non diminuiti.
(…) In questa stagione il tema nuovo è quello della partecipazione dei lavoratori e della democrazia economica. Confindustria è pronta ?
(…) E la produttività ? Bisogna farla crescere. bisogna rendere il sistema più competitivo. Come ? Con nuovi modelli organizzativi, con l’innovazione, con la partecipazione e con la contrattazione.
(…) Si parla sempre di modello tedesco: imitiamolo, imitiamo la Volkswagen.
(…) Non so se Confindustria sarà interessata a questa forma di partecipazione… So benissimo che hanno sempre cercato di evitare modelli di effettiva condivisione delle scelte in azienda. Ma non mi si dica che la sfida della modernità è il ritorno all’antico.
(R. Giovannini, La Stampa, 13.09.2015)
Un contratto per tornare a competere. I sindacati facciano scelte coraggiose.
Intervista al presidente di Confindustria Squinzi, che sfida i sindacati sul coraggio di cambiare.
(…) Confindustria vuole salari legati alla produttività e il welfare aziendale.
(…) Vogliamo mantenere il contratto nazionale, ma le regole cambino. Non è più possibile anticipare l’inflazione e serve flessibilità.
(…) Serve un accordo innovativo perchè il mondo è cambiato. Chiudere intese con le vecchie regole significa rimandare.
(F. Manacorda, La Stampa, 12.09.2015)
Lavoro. Furlan: “Servono relazioni industriali partecipative ed un nuovo modello contrattuale per alzare le buste paga”.
“La Cisl è pronta a sedersi ad un tavolo assieme alle altre organizzazioni sindacali e a Confindustria per ridisegnare il modello sindacale per il nostro Paese”. Accoglie così il segretario generale della Cisl Anna Maria Furlan oggi a Expo per l’Assemblea annuale di Confindustria, “l’invito di Squinzi per individuare assieme nuove relazioni industriali e un nuovo modello contrattuale, dando peso e valore alla contrattazione di secondo livello”.