L’azionariato dei dipendenti nelle PMI
Oggi è un dato di fatto, l’azionariato dei dipendenti si sta sviluppando a un ritmo sbalorditivo nelle PMI. Dove? In Gran Bretagna.
L’azionariato dei dipendenti nelle PMI
Oggi è un dato di fatto, l’azionariato dei dipendenti si sta sviluppando a un ritmo sbalorditivo nelle PMI. Dove? In Gran Bretagna.
Nel Regno Unito si è formata una coalizione. che riunisce le organizzazioni leader del movimento cooperativo e della proprietà dei dipendenti: Co-operatives UK ed Employee Ownership Association. La coalizione sta portando avanti la campagna 1 entro il 30 – il milione di proprietari: Un milione di proprietari dipendenti nelle PMI britanniche entro il 2030. Più di quanti ve ne siano attualmente in tutta l’Unione europea.
Il dibattito sulla democrazia economica, intesa nelle varie forme di partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese, ha avuto in Italia un andamento carsico, condizionato per lo più da presupposti ideologici che ne hanno compromesso la traduzione in esperienze concrete.
Il 2017 è un nuovo anno record per la partecipazione azionaria dei dipendenti, che ammonta a quasi 400 miliardi di Euro, il 3,20%. Nelle grandi imprese europee l’86,6% propone ai propri dipendenti piani di azionariato. Dal 2006 a oggi questa percentuale si accresce del 4% medio annuo, a dimostrazione di una crescita solida.
Anche il numero di azionisti dipendenti ha ricominciato a crescere: 7,5 milioni di persone, dipendenti delle grandi imprese europee. Se aggiungiamo il milione di dipendenti che partecipano al capitale in piccole e medie imprese, il dato totale arriva a 8,5 milioni, interrompendo finalmente il calo del tasso di democratizzazione dell’azionariato dei dipendenti; è un risultato notevole, da attribuire a positive scelte politiche attuate in molti Stati.
ANNUAL ECONOMIC SURVEY OF EMPLOYEE SHARE OWNERSHIP IN EURIOPEAN COUNTRIES 2017 (download)
Complesso e controverso è il significato del concetto di produttività. Tempo fa, avevamo provato a fare chiarezza, prendendo spunto dal prezioso contributo di Luciano Gallino (L. GALLINO, La lotta di classe dopo la lotta di classe, Laterza, 2013), che definiva la produttività come valore aggiunto per ora lavorata.