Contratti di 2° livello legati alla produttività.

«Il sindacato deve dare il suo contributo per la ripresa dell’economia e dell’occupazione, non per difendere l’esistente ma per rendere il nostro futuro meno incerto». Non è un caso che importanti personalita’ del mondo istituzionale ed economico (dal Presidente della Repubblica, Mattarella al Governatore della Banca d’Italia, Visco) abbiano sollecitato un impegno responsabile da parte delle organizzazioni sindacali per favorire la crescita e gli investimenti produttivi nel nostro Paese.

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Conservatori spiazzati dall’idea renziana di “sindacato unico”.

(…) Con il tramonto del sindacato legato al partito e alla sua ideologia, e con il declino dei partiti ideologici, potrebbe sembrare che serva un unico sindacato nazionale che si occupa solo dei problemi dei lavoratori e non fa “politica partitica” come adombrato da Renzi.

(…) Ma al livello nazionale, tranne che nella teoria marxista-leninista, non c’è un unico interesse dei lavoratori privati e pubblici uniti fra loro contro i datori di lavoro.

(…) Da ciò consegue che occorre passare a sindacati territoriali e aziendali per valorizzare la contrattazione d’azienda e di gruppo e la produttività.

(F. Forte, Il Foglio, 26.05.2015)