La nuova detassazione dei premi di risultato, con uno sguardo alla somministrazione.

La legge di stabilità 2017 conferma l’ingresso del termine “partecipazione” nella regolamentazione delle relazioni di lavoro. Una formalizzazione correlata prevalentemente alla volontà di ridurre il costo del lavoro e, pertanto, di premiare le aziende che attivano pratiche partecipative. Un primo passo, comunque importante, che dovrebbe essere seguito da un crescente monitoraggio in merito all’effettiva attuazione e all’efficacia degli organismi paritetici previsti dai contratti territoriali e aziendali. (nota del Redattore)

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«Secondo welfare», i rischi della contrattazione.

Premi di risultato, da contrattare a livello decentrato; welfare aziendale, da negoziare anch’esso a livello aziendale o territoriale; coinvolgimento dei lavoratori, da svolgersi in maniera paritetica e riguardante l’organizzazione del lavoro. Il tutto condito da misure fiscali di sostegno stabilite per legge. Sono questi i tre assi su cui ruotano le misure fiscali di favore per aziende e lavoratori disciplinate all’interno dell’ultima Legge di stabilità, approvata a fine dicembre 2015, e valide per il 2016.

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Istat: Sacconi, disastrosa produttività lavoro italiano.

“L’Istat rende nota oggi la disastrosa produttività del lavoro. Siamo gli ultimi in Europa e così si è creato un solco profondo tra noi e gli altri. Siamo d’altronde il Paese in cui i salari sono bassi ed egualitari nel nome delle vecchie ideologie”. Lo scrive Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, nel blog dell’Associazione amici di Marco Biagi commentando i dati diffusi oggi dall’Istat.

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Dipendenti: premi e partecipazione agli utili – parte 1.

1 PREMESSA

La L. 28.12.2015 n. 208 (legge di stabilità 2016) e il DM 25.3.2016 disciplinano la possibilità di:
• assoggettare ad una tassazione agevolata (imposta sostitutiva del 10%) le somme erogate ai lavoratori dipendenti privati, sulla base della contrattazione collettiva di secondo livello, sotto forma di:
– premi di risultato di ammontare variabile legati ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione;
– partecipazione agli utili dell’impresa;
• sostituire la corresponsione delle predette somme con “welfare aziendale”, sostanziantesi nell’attribuzione di beni, servizi, nonché, in alcuni casi, di somme sostitutive (c.d. “benefit”), connotati da rilevanza sociale ed esclusi, nel rispetto dei previsti limiti, da qualsiasi forma di tassazione.

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Lavoro, fisco light per “modello tedesco”.

Forte elasticità salariale, litigiosità sindacale bassissima (nei primi sei mesi dell’anno zero ore di sciopero), alta propensione all’innovazione. In poche parole il modello aziendale tedesco che, al netto dello scandalo Volkswagen, in questi ultimi anni ha portato la Germania ad essere la locomotiva d’Europa. Il Mitbestimmung (in italiano può essere tradotto in “co-gestione”) funziona e piace ad aziende e dipendenti.

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