C’è l’accordo sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici e stavolta siglano tutti, comprese le tute blu della Cgil, la cui firma mancava da otto anni. Le parti hanno raggiunto l’intesa su un incremento salariale mensile di 92 euro, come media a regime, alla fine del quadriennio 2016-2019. L’aumento è frutto di una stima perchè, a differenza del passato, nel testo non ci sono cifre sul totale.
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Contratti, dai sindacati un ferro vecchio. Difficile un’intesa con Confindustria.
Presidente Maurizio Sacconi (NCD), ha visto la proposta unitaria di Cgil, Cisl e Uil sul nuovo modello dei contratti? Che cosa ne pensa?
«Mi pare una non notizia».
Salvo Leonardi – Employee participation and involvement: the italian case and trade union issues
Pubblichiamo in allegato il recente contributo di Salvo Leonardi sulla partecipazione dei lavoratori all’impresa.
Il caso Volkswagen dimostra i limiti industriali della dottrina Landini.
La simpatia a sinistra per il modello renano della Mitbestimmung, la cogestione tedesca, di cui la Volkswagen è il simbolo storico, era comprensibile per noi vecchi socialdemocratici qualche decennio fa. Quando ci opponevano la superiorità del soviet o dei consigli di fabbrica. Ma ora?
Anche per Confindustria l’importante è partecipare.
E’ di poche ore fa una svolta storica di Confindustria sui contratti di lavoro di cui solo gli osservatori più attenti si sono accorti. Nel suo discorso all’assemblea annuale privata degli industriali, il presidente Giorgio Squinzi ha proposto di rivedere profondamento il modello dei contratti di lavoro legando strettamente retribuzioni e produttività.
Quando sono i lavoratori a selezionare e “ingaggiare” l’imprenditore.
La prima constatazione, per nulla scontata, da cui dobbiamo partire è questa: in un mercato del lavoro maturo non sono solo gli imprenditori a cercare, valutare e scegliere i propri dipendenti, ma sono anche i lavoratori a cercare, valutare e scegliere l’imprenditore.
La svolta di Landini: dal fianco dei deboli al salotto di Renzi.
(…) Caro Landini non crede che se questo governo avesse affrontato “i veri problemi” forse non ci ritroveremmo così ?
(…) Mi perdoni se glielo dico con la mia solita franchezza, ma il “cambiamento” mi sembra che lo incarni più lei di Renzi, però nel senso di mutazione genetica: da sincero paladino dei più deboli e riferimento per la sinistra, che non aveva paura di sfidare neanche il feroce Marchionne (…), lei oggi pare pensare più che altro a smarcarsi dalla Camusso, alle beghe con la Cgil, ad accreditarsi nel salotto del potere.
(L. Costamagna, il Fatto Quotidiano, 02.09.2014)
Fiom oltre Cgil, viaggio nel sindacato diventato pre-partito.
Al congresso gadget, rap e Internazionale. Landini: “La concertazione non è servita.”
“Io non sono un informatico – dice non proprio scioltissimo Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, nell’usare il linguaggio dei social network – ma al Presidente del Consiglio lancerei questo hashtag: #matteononstaresereno.”
(R. Mania, la Repubblica, 11.04.2014)