Poco prima di Natale tra il Governo Draghi e i leader dei tre sindacati confederali è stato sottoscritto un testo, a mio parere, significativo (https://bit.ly/3zbnkAX). Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha dichiarato: “La firma del Protocollo per la partecipazione e il confronto nell’ambito del PNRR, sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai segretari generali di CGIL, CISL e UIL, è un risultato molto importante perché consente un confronto preventivo sugli investimenti e le riforme, sia a livello nazionale, sia a livello territoriale”.
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Mario Bozzi Sentieri – Le contraddizioni della sinistra: perché Landini e Letta hanno paura della cogestione alla tedesca?
La cogestione aziendale, annunciata nella Costituzione italiana, ma mai applicata, è ormai una necessità. Lo impongono le trasformazioni tecnologiche, i processi di riconversione industriale, la crisi ed il dopo Covid. In Parlamento giacciono alcune proposte in materia. Sarebbe utile portarle all’attenzione dell’opinione pubblica, facendone oggetto di un confronto tra le parti sociali, rendendo finalmente chiare le rispettive posizioni ed evitando ogni traccheggiamento. Continua la lettura
Partecipazione, Treu: “I lavoratori devono contribuire a costruire l’algoritmo”.
Prosegue l’approfondimento di Riformismo e Solidarietà sul tema della democrazia economica, aperto dall’articolo di Pier Paolo Baretta. Di seguito l’intervista di Vanni Petrelli a Tiziano Treu, presidente del Cnel e componente del comitato scientifico di ReS.
Pietro Ichino – Nel lavoro agile anche un modello nuovo di impresa
Intervista a cura di Alessandra Ricciardi pubblicata da Italia Oggi il 13 marzo 2020
L ’emergenza coronavirus potrebbe dare il la a una rivoluzione nella gestione del personale e del lavoro. Una volta individuati compiti ben definiti, con il lavoro agile niente più sedi fisse e timbrature di cartellino, «il corretto adempimento della prestazione non si misurerà più sul tempo passato in azienda, ma sull’esecuzione di quei compiti». Lo smart working a cui stanno ricorrendo le aziende, dice Pietro Ichino, giuslavorista dell’Università di Milano, tra i padri del Jobs act, più volte parlamentare, cofondatore del Pd, è però ancora appesantito da «una serie di bardature burocratiche prive di senso».
Renato Costanzo Gatti – Parliamo di cogestione
Non è solo il movimento delle sardine ad evidenziare la crisi afasica dei partiti, incapaci, tranne la Lega, di parlare con i cittadini in uno schietto confronto, soffocato invece dalla trasformazione dei partiti da “intellettuali collettivi” a comitati elettorali; anche su altri fronti si nota la vivacità di altri organismi democratici che sembrano voler ricominciare a fare politica. Mi riferisco alla recente proposta del segretario CGIL Landini per un impegno di governo-sindacati-Confindustria ad affrontare un futuro per il nostro paese che sembra avviato allo sbriciolamento.
“Diritti e democrazia industriale in Europa”, il seminario della Cgil. Un confronto con i maggiori sindacati europei.
È ormai chiaro che è l’Europa il campo sul quale si gioca l’enorme questione del lavoro, dei diritti, delle tutele, delle legislazioni, soprattutto dopo il decennio della crisi del capitalismo, e l’avvio di una nuova fase molto critica sul piano industriale. I problemi aperti sono tanti, sia a livello continentale, che soprattutto a livello di ogni singolo Paese, dove sono state adottate misure di relazioni e di politiche industriali talmente differenti da delineare in Europa una sorta di mosaico impazzito privo di un disegno unitario, razionale e definito. Su questi temi, la Cgil ha organizzato un workshop, un seminario, dal titolo “Diritti e democrazia industriale in Europa”, chiamando al confronto esponenti di importanti sindacati europei, giuristi, esperti, con le conclusioni affidate al segretario generale Maurizio Landini. Ha coordinato i lavori Susanna Camusso, ex segretario generale della Cgil e oggi responsabile dell’Area politiche europee e internazionali del sindacato di corso d’Italia. Continua la lettura
Landini: «Protagonisti nel cambiamento».
Qual è il ruolo del sindacato oggi, nelle trasformazioni tecnologiche che stiamo vivendo?
Dobbiamo continuare a rappresentare un lavoro che vive cambiamenti velocissimi, stipulando accordi e rinnovando contratti, ma svolgendo anche un ruolo politico per affermare un nuovo modello sociale in grado di accompagnare le trasformazioni. Un processo di questa natura ha dunque bisogno di analisi e di studiare ciò che accade, coinvolgendo persone e nuove competenze, senza dimenticare che la nostra funzione non è solo la contrattazione di resistenza, ma anche quella di proporre come e dove governare i processi del cambiamento.
Landini eletto segretario generale Cgil con il 93% dei voti.
La nuova “Rivoluzione Metalmeccanica”.
Siamo nell’epoca dell’industria 4.0. Il termine Industria 4.0 (o Industry 4.0) “indica una tendenza dell’automazione industriale che integra alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti” (da Wikipedia). Il nuovo contesto produttivo pone non pochi problemi al sindacato confederale. Come sta rispondendo a questa sfida? Ne parliamo con Giuseppe Sabella. Sabella è direttore di Think-in, think tank specializzato in lavoro e welfare nel cui comitato scientifico fanno o hanno fatto parte eminenti studiosi e esperti, quali in particolare Tiziano Treu, Giuliano Cazzola e Sergio Belardinelli. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: “Rivoluzione Metalmeccanica – dal caso Fiat al rinnovo unitario del contratto nazionale” (Guerini e Associati, 2017). Il libro è da pochi giorni nelle librerie.
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Metalmeccanici, un contratto per tutti.
È stata raggiunta oggi (26 novembre) l’intesa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. La firma di tutte le parti in causa – Federmeccanica/Assistal, Fim, Fiom e Uilm – mette fine a una lunga fase di accordi separati. La delegazione della Fiom dà “un giudizio positivo sull’intesa raggiunta, che non presenta alcun tipo di scambio improprio, allarga diritti, va oltre l’inflazione nel suo costo complessivo, struttura il percorso democratico nel contratto nazionale, richiesta da sempre centrale per la nostra organizzazione”.