L’idea della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese non è mai scomparsa dall’orizzonte del sindacalismo. È altrettanto vero che negli ultimi 40 anni, in nessun Paese al mondo, si sono fatti passi in avanti in termini di legislazione di sostegno alla partecipazione dei lavoratori.
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È nata Gff, la cooperativa per la re-industrializzazione partecipata della fabbrica Gkn.
Il 10 luglio è nato l’embrione che punta a fare ciò che finanza ed enti pubblici hanno solo detto di volere davvero. Cuore del progetto: la produzione di cargo-bike e pannelli solari di nuova generazione. I rischi e le incertezze non mancano ma la vicenda è già fonte di preziosi insegnamenti. Economici, sociali ma soprattutto politici. Continua la lettura
Leonard Mazzone – L’emancipazione al lavoro
Il recupero cooperativistico d’impresa è un fenomeno esemplare e potenzialmente contagioso di reazione collettiva e solidale alle dinamiche scadenti del capitalismo neoliberale (in primis alla finanziarizzazione delle imprese), che stanno condannando una porzione crescente di risorse – umane e non soltanto – a diventare scarti. Si tratta, peraltro, di esperienze durature di mutualismo in ambito produttivo: 202 delle 218 imprese recuperate prima del 2003 sono durate in media 15,2 anni, di contro ai 12 anni di vita media delle piccole e medie imprese italiane.
La democratizzazione d’impresa può essere una soluzione alle crisi.
Lo scorso 4 maggio il governatore del Colorado Jared Schutz Polis (primo uomo dichiaratamente gay a essere eletto al Parlamento americano) ha ricevuto il Torchlight Award per la sua leadership nel promuovere il workers buyout nel suo Stato. A conferire il riconoscimento è stata l’Associazione ESOP (Employee Stock Ownership Plan), la più grande al mondo a supporto delle aziende di proprietà dei dipendenti, che rappresenta oltre dieci milioni di dipendenti negli Stati Uniti.
Elena Donazzan aderisce a FdI. Meloni: «È un ritorno a casa».
Giorgia Meloni lo definisce «un ritorno a casa»: Elena Donazzan – storica esponente della destra veneta, un passato da militante giovanile e un presenta da eletta di lungo corso – aderisce a Fratelli d’Italia. Il passaggio è stato ufficializzato in una conferenza stampa, che è stata prima di tutto l’occasione per ribadire l’impegno del partito sui temi del lavoro e del sostegno all’impresa: Donazzan è al terzo mandato come assessore regionale in Veneto. Ha le deleghe al Lavoro, alla Formazione, all’Istruzione e alle Pari opportunità. FdI ha decido di metterla alla guida del Dipartimento lavoro e crisi aziendali.
Casa farmaceutica senza padroni.
E’ una felicita e una responsabilità, perché vogliamo anche costituire un precedente, soprattutto per i lavoratori di altri laboratori: questo vuol dire che si può recuperare il lavoro”, dice a lavaca il presidente della cooperativa Farmacoop, Bruno Di Mauro, dopo che il Tribunale commerciale 16 della città di Buenos Aires ha concesso un’autorizzazione provvisoria affinché le lavoratrici e i lavoratori dell’ex laboratorio Roux Ocefa continuino con l’utilizzo delle due installazioni occupate in forma pacifica dall’ottobre dell’anno scorso.
Eillie Anzilotti – The business of the future is ethical, sustainable, and employee-owned
You may not know it, but when you’re buying clothes from Eileen Fisher, you’re buying from an employee-owned company. Fisher founded the company in the early 1980s, but instead of going public, she sold 30% of the company to her own employees in 2006 (they now own 40%). That’s helped her keep the brand’s principles aligned: Eileen Fisher was one of the first clothing companies to offset 100% of its carbon footprint, and it’s become a pioneer in advancing localized, sustainable production, setting itself on a path to use 100% organic cotton and linen by 2020.
Imprese recuperate: in Italia sono 100, e valgono 15mila posti di lavoro.
Ci sono oltre cento imprese in Italia che non sono come le altre. Attive soprattutto del settore manifatturiero, erano fallite eppure ora sono rinate. Erano fabbriche di un “padrone”, gestite da manager professionisti, finite in disgrazia, ma oggi continuano a produrre. Coinvolgono direttamente 8mila lavoratori, ma ne comprendono circa 15mila grazie all’indotto, per un fatturato superiore a 200 milioni di euro l’anno. A possederle, decidendone strategie e destino, è oggi solo chi ci lavora, perlopiù operaie e operai. Hanno fatto una scelta coraggiosa. Se le sono ricomprate con un unico comune obiettivo: rimanere sul mercato e mantenere l’occupazione.