Co-determinazione, la vera forza del modello tedesco.

Renzi invoca il modello indu­striale tede­sco per ten­tare di risol­vere il pro­blema del lavoro e della disoc­cu­pa­zione. Però non dice che quel sistema indu­striale si fonda soprat­tutto sulla co-determinazione (Mit­be­stim­mung), che in ita­liano spesso si tra­duce male con coge­stione). In Ger­ma­nia i rap­pre­sen­tanti dei lavo­ra­tori sie­dono nel cda delle grandi e medie aziende con pari diritti degli azio­ni­sti: infatti per legge tutti i lavo­ra­tori, iscritti e non iscritti al sin­da­cato, eleg­gono non solo il con­si­glio sin­da­cale di fab­brica ma anche i loro rap­pre­sen­tanti nei con­si­gli diret­tivi delle imprese.

(…) I lavo­ra­tori tede­schi non hanno una par­te­ci­pa­zione finan­zia­ria nel capi­tale delle aziende (come invece vor­rebbe la Cisl in Ita­lia) e for­tu­na­ta­mente non sono legati agli utili del capi­tale ma hanno un potere reale sulle imprese. È que­sto il vero segreto della potenza mani­fat­tu­riera tede­sca: i lavo­ra­tori code­ci­dono del destino delle «loro» aziende e natu­ral­mente sono inte­res­sati a svi­lup­parle e a innovare.

(E. Grazzini, ilmanifesto.info, 03.09.2014)

Federico Stoppa – Politica industriale e innovazione: ecco il modello tedesco

Ancora nel 2004, il saldo tra cittadini dei principali paesi comunitari che arrivavano in Germania e tedeschi che se andavano era negativo per quasi 40.000 unità. Nel 2012, riporta il quotidiano Frankfurter Allgemaine (25/05/2014), il saldo è positivo per quasi 70.000 unità. I “nuovi” immigrati provengono soprattutto dall’Italia (+32.000) e la Spagna (+22.000): di fronte alla crisi occupazionale che sconvolge i loro Paesi, hanno deciso di esercitare l’opzione della defezione[1]. Sono, in maggioranza, giovani altamente qualificati; spesso anche più della popolazione locale ed è per questo che le imprese tedesche sono ben felici di accoglierli (con stipendi adeguati).

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Germania, cala l’influenza dei sindacati.

In Germania: “Sono diventati i dinosauri dell’economia”, dice il settimanale Wirtschaftswoche.

I boss centrali ce l’hanno con i consigli di fabbrica.

(…) I dipendenti sono pronti a firmare compromessi con la direzione su straordinari, ferie e aumenti salariali che irritano i boss sindacali.

(…) Nei settori produttivi più moderni i dipendenti tendono a non iscriversi a nessun sindacato: il loro lavoro è spesso organizzato in modo individuale e flessibile, e ci si fida di più di regolare il rapporto attraverso colloqui personali o con la collaborazione dei colleghi dei consigli aziendali.

(R. Giardina, ItaliaOggi, 09.05.2014)