Seminario sui fondi d’investimento e la partecipazione finanziaria dei lavoratori.

Università Cattolica di Roma, facoltà di Economia, mercoledì 11 novembre 2015, ore 14.30.

Nell’ambito del corso di Storia del lavoro e delle relazioni industriali, si terrà un seminario su “I fondi di investimento in Italia e la partecipazione finanziaria dei lavoratori tra passato e presente. Imprese e sindacati a confronto”. Obiettivo dell’incontro è mettere a confronto i diversi punti di vista – imprese, sindacati, studiosi – sulla controversa questione della partecipazione dei lavoratori all’economia attraverso lo strumento dei fondi d’investimento e, più in generale, sulle esperienze di “democrazia economica”. Un dibattito e una prospettiva che, come un filo rosso, attraversano la storia economica e politica del nostro Paese, così come quella degli altri paesi avanzati. Dalla proposta sindacale del “fondo di solidarietà” dei primi anni Ottanta (proposta “dello 0,50%”) e prima ancora da quella del “risparmio contrattuale” alle esperienze più recenti e attuali, sempre ricorre il tema di come rendere più attiva e consapevole la partecipazione del mondo del lavoro alla vita economica aziendale, settoriale e nazionale. Introduce Giampiero Bianchi (Università Cattolica del Sacro Cuore). Ne discutono: Raffaele Morese (Associazione Nuovi Lavori), Carlo Ghezzi (Fondazione Giuseppe Di Vittorio), Piero Albini (Confindustria), Bruno Vitali (Fondimpresa, Cisl), Umberto Monarca (Università Cattolica del Sacro Cuore).

(www.agensir.it, 03.11.2015)

Territorio e democrazia economica e politica.

A. Salento, G. Masino, La fabbrica della crisi. Finanziarizzazione delle imprese e declino del lavoro, 2013, Carocci editore.

Leggendo la recensione di Claudio Gnesutta al libro di Salento-Masino, La fabbrica della crisi e il declino del lavoro , uscita su www.sbilanciamoci.info , ho pensato che fosse importante ri-aprire il dibattito sul futuro delle politiche del lavoro nelle attuali condizioni dell’impresa finanziarizzata, come descritta nel volume recensito.

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Salvo Leonardi – Partecipazione dei lavoratori, una sfida cruciale

1) Se mai vi è stata un’epoca in cui i temi della democrazia e della partecipazione sono apparsi quanto mai cruciali e ineludibili, ad ogni livello e ambito, questa è la nostra. E del resto, mai come oggi, la loro evocazione ha goduto di una fortuna apparentemente tanto universale. Ciò nondimeno, mai come da molto tempo a questa parte, il loro conseguimento sembra essere divenuto tanto arduo e sfuggente, esposto com’è al pericolo di derive oligarchiche e tecnocratiche.

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Sara Parolari – Il bilancio partecipativo: i Comuni italiani aprono le porte alla democrazia

Sara Parolari è ricercatrice presso l’Accademia Europea (EURAC) di Bolzano, il suo contributo è un’opportunità di “pensiero laterale” sul tema della partecipazione.

1. Introduzione
Nelle società contemporanee il processo deliberativo è sottoposto a forti tensioni. La democrazia rappresentativa è in forte crisi, come risulta evidente, tra le altre cose, dal ruolo sempre più marginale delle assemblee elettive.

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Prima chiudiamo i contratti poi discutiamo di partecipazione.

Camusso replica a Squinzi: i salari vanno aumentati non diminuiti.

(…) In questa stagione il tema nuovo è quello della partecipazione dei lavoratori e della democrazia economica. Confindustria è pronta ?

(…) E la produttività ? Bisogna farla crescere. bisogna rendere il sistema più competitivo. Come ? Con nuovi modelli organizzativi, con l’innovazione, con la partecipazione e con la contrattazione.

(…) Si parla sempre di modello tedesco: imitiamolo, imitiamo la Volkswagen.

(…) Non so se Confindustria sarà interessata a questa forma di partecipazione… So benissimo che hanno sempre cercato di evitare modelli di effettiva condivisione delle scelte in azienda. Ma non mi si dica che la sfida della modernità è il ritorno all’antico.

(R. Giovannini, La Stampa, 13.09.2015)

Capone (Ugl): ‘’Serve nuovo modello contrattuale con partecipazione lavoratori’’.

“Sicuramente c’è bisogno di un nuovo modello contrattuale. Fermo restando la centralità del contratto collettivo nazionale di lavoro, il contratto di secondo livello ci vede disponibili all’apertura di un tavolo legato a un antico principio che seguiamo fin da quando siamo stati fondati come Cisnal nel 1950, che è la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa“. Così Francesco Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, con Labitalia, interviene sul tema ‘caldo’ della contrattazione.

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Contratti di 2° livello legati alla produttività.

«Il sindacato deve dare il suo contributo per la ripresa dell’economia e dell’occupazione, non per difendere l’esistente ma per rendere il nostro futuro meno incerto». Non è un caso che importanti personalita’ del mondo istituzionale ed economico (dal Presidente della Repubblica, Mattarella al Governatore della Banca d’Italia, Visco) abbiano sollecitato un impegno responsabile da parte delle organizzazioni sindacali per favorire la crescita e gli investimenti produttivi nel nostro Paese.

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Enrico Grazzini – I lavoratori nei cda: il modello tedesco che l’Italia colpevolmente ignora

Nella terra di Angela Merkel vige un sistema di governance delle imprese basato sulla partecipazione e sulla co-decisione dei lavoratori. Da noi invece tutti sembrano schierarsi contro l’idea di democrazia economica: Confindustria, governo, sindacati, Grillo e persino i leader della sinistra radicale. Ma senza di essa la democrazia politica si spegne e non si esce dalla crisi.

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Enrico Grazzini – Il modello tedesco per la democrazia economica

Grazie alla cogestione, nel modello tedesco le aziende non sono valutate solo per il loro valore speculativo sul mercato finanziario. Il risultato è che la Germania è uno dei paesi con minori tassi di disoccupazione, maggiore protezione sociale, e maggiori salari e redditi per i lavoratori delle famiglie. Un esempio al quale dovrebbe guardare anche l’Italia.

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