Intervista a Vera Glassner

Foto GlassnerDr. Vera Glassner is Senior Researcher at the Department of Economic and Organizational Sociology at the University of Linz. Her research focus is on labour relations from an international comparative perspective and the dynamics of transnational inequality in Europe.

Workers participation to company represents a concept that has found different forms and levels of application in the international context; which value do you assign to this concept from a competitiveness and corporate social responsibility point of view?

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A lezione di diritto del lavoro con il Prof. Manfred Weiss: Italia e Germania a confronto.

La lectio magistralis del Prof. Manfred Weiss sull’evoluzione del diritto del lavoro e delle relazioni industriali in Germania apre un confronto tra il nostro sistema e quello tedesco, avvalorato dalla possibilità di “accedere” direttamente all’interno di quest’ultimo da un’angolazione privilegiata: il punto di vista di uno dei professori più influenti sul panorama giuslavoristico internazionale, nonché ex Presidente dell’ILERA (International Labour and Employment Relations Association). La lezione tenuta nella Scuola di Dottorato in Formazione della Persona e Mercato del Lavoro di Bergamo offre dunque degli spunti di riflessione rilevanti anche nella prospettiva del nostro ordinamento, toccando alcuni temi, come il salario minimo legale e la partecipazione dei lavoratori in azienda, che campeggiano nell’attuale dibattito politico e sindacale in Italia.

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Intervista a Francesco Paolo Capone (UGL)

Foto Capone

La partecipazione dei lavoratori costituisce da tempo un pilastro centrale in molti contesti esteri (in particolare dell’area renano-scandinava) che ne hanno saputo fare un fattore strategico in ottica di competitività economica e inclusione sociale; contesti che si distinguono sullo scenario globale per relazioni industriali costruttive e finalizzazione comune verso l’interesse primario aziendale. Quali le potenzialità socio-economiche?

Le potenzialità socio economiche sono rilevanti e rappresentano una vera sfida per le associazioni datoriali e alcune organizzazioni sindacali italiane che, molto più di quanto non si riesca ad immaginare, hanno fondato sulla conflittualità o comunque sulle divisioni tra lavoro e impresa la loro  rappresentanza, le politiche sindacali, costruendo attraverso la conflittualità un ruolo e un peso politico nei confronti delle istituzioni.

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Intervista a Uliano Stendardi

CV_Uliano StendardiCi parli di lei…

Ho cominciato l’impegno sindacale nel 1975 come delegato, quindi un inizio classico; nel 1979 sono uscito a tempo pieno, sono andato in una federazione nazionale, che era quella degli alimentaristi, e ho seguito attività contrattuale. Nel 1981 ho fatto già un’esperienza confederale: avviammo il primo progetto in Italia di una Federazione dei Consumatori, una esperienza unitaria CGIL CISL UIL insieme alle centrali cooperative. Ho seguito le prime esperienze di autogestione: avevamo un dipartimento per l’autogestione, a quei tempi in confederazione, e anche un centro di promozione delle esperienze di cooperazione e di autogestione.

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Sebastiano Fadda – Ripensare il ruolo dell’azione sindacale

C’è un problema di cui i responsabili del sindacato non sembrano rendersi conto. Si tratta della progressiva tendenza a concentrare l’azione sindacale esclusivamente sulla funzione di “microcontrattazione” aziendale abbandonando l’impegno ad agire per incidere sul governo delle variabili macroeconomiche. Se questa tendenza dovesse proseguire, l’azione delle organizzazioni dei lavoratori resterebbe confinata nella intersezione tra l’insieme delle variabili microeconomiche e l’insieme territoriale locale.

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La crisi del movimento sindacale in Italia.

Intervista a cura di Andrea Rinaldi, pubblicata su Corriere Imprese, dorso dell’edizione bolognese del Corriere della Sera, l’11 aprile 2016

Professor Ichino il sindacato è in crisi?
Dal punto di vista della quantità delle adesioni, in Italia il sindacalismo confederale e quello cosiddetto autonomo sono assai meno in crisi di quanto lo sono i movimenti sindacali di molti altri Paesi occidentali, anche se si avvertono pure in Italia alcuni segni di marginale perdita di rappresentatività. C’è invece una crisi evidente sul piano, per così dire, funzionale: il sindacato pesa complessivamente molto meno di prima, sia nel sistema delle relazioni industriali, sia soprattutto sul piano politico generale.

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Giovanni Pino – L’altro profilo delle RI: la partecipazione alla gestione dell’impresa

Due importanti iniziative scientifiche, un seminario italo-francese, organizzato dall’Associazione Lavoro e Welfare presso la Camera dei Deputati e un Convegno a Roma della Rivista giuridica del lavoro, sull’attuazione degli artt. 39 e 46 della Costituzione, possono contribuire a riporre all’attenzione dello studioso (e sarebbe auspicabile anche del legislatore), il tema della partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa.

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Produttività, governo detassa i premi di risultato. “Ma i lavoratori più deboli sono esclusi”.

(…)“Siamo d’accordo con questo provvedimento – commenta Michela Spera, segretaria nazionale Fiom Cgil – Ma la platea dei beneficiari è limitata ai lavoratori delle aziende che fanno contrattazione aziendale. Restano esclusi i dipendenti più deboli, che ne avrebbero più bisogno: si tratta del personale che lavora nelle imprese piccole e medie, nelle aziende in crisi o in quelle dove il sindacato è meno presente”.

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