Più società e meno Stato, più collaborazione in azienda e meno centralizzazione contrattuale. Partecipazione ove ce ne siano le condizioni. Senza imporre nulla dall’alto, ma liberando la vitalità dell’impresa e del lavoro. È l’auspicio con cui Maurizio Sacconi guarda all’avvio del dibattito in aula sulla proposta di legge sulla partecipazione al lavoro.
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Raffaele Bonanni – Partecipazione dei lavoratori nelle imprese: lo sviluppo delle buone pratiche
È l’ora della partecipazione dei lavoratori.
Quella che i tedeschi chiamano la Mitbestimmung, cioè la presenza di rappresentanti dei lavoratori nella stanza dei bottoni delle aziende, in Italia neanche se ne parla. Eppure la rivoluzione digitale che cambia ogni giorno il modo di lavorare e restituisce a chi lavora la capacità di poter leggere i processi lavorativi e lo strapotere delle big tech dovrebbero consigliare di dare più voce in capitolo a chi lavora e non abbandonarli al populismo.
A tu per tu con l’autore: intervista a Pietro Ichino sulla partecipazione dei lavoratori (RIDL, 2013)
Un dialogo tra Giorgio Impellizzieri, Emmanuele Massagli e Pietro Ichino
L’intervista prende le mosse dalla lettura del saggio “La partecipazione dei lavoratori all’impresa: le ragioni di un ritardo” (in RIDL, 2013, 1, pp. 861-879) con cui Pietro Ichino ha trattato dell’evoluzione storica della partecipazione dei lavoratori e le ragioni della mancata implementazione dell’istituto in Italia. Le tesi e le argomentazioni contenute nel testo sono particolarmente pertinenti nel tempo presente in cui, anche grazie a una proposta di iniziativa legislativa popolare presentata dalla Cisl, è ripartito il dibattito sulla opportunità di una legge di sostegno alla partecipazione.
Intervista a Francesco Carlesi e Francesco Guarente
Ci parlate di voi e dell’Istituto Stato e Partecipazione?
In primo luogo permetteteci di ringraziare Mitbestimmung. per questa intervista, che assume un valore particolare in quanto consideriamo il vostro osservatorio una risorsa a dir poco preziosa sui temi del lavoro e della partecipazione. L’Istituto “Stato e Partecipazione” nasce molto semplicemente da una chiacchierata tra me (Francesco Carlesi) e Francesco Guarente a margine della presentazione del mio volume La Terza Via Italia. Storia di un modello sociale nel 2019. Io sono docente di Storia Contemporanea e Storia delle Relazioni internazionali presso l’Università “San Domenico” di Roma, e lavoro anche nell’ambito della sicurezza aeroportuale, mentre Guarente è consulente del lavoro e sindacalista. Pur conoscendoci da pochissimo ci siamo scoperti animati dalla stessa passione e dal profondo interesse per i temi sociali e del lavoro e abbiamo così cominciato a contattare amici e studiosi per dare vita a un “contenitore” che potesse diventare fucina di dibattiti e proposte su questi argomenti.
Gianni Alioti – La partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese
L’idea della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese non è mai scomparsa dall’orizzonte del sindacalismo. È altrettanto vero che negli ultimi 40 anni, in nessun Paese al mondo, si sono fatti passi in avanti in termini di legislazione di sostegno alla partecipazione dei lavoratori.
Partecipazione, capitolo importante delle riforme istituzionali.
Prof. Cassese, intanto: nel sommario delle riforme istituzionali necessarie al Paese, a suo giudizio può essere inserito anche il capitolo della partecipazione dei lavoratori?
Non solo può, ma deve. È dal 1948 che la legge più alta, la Costituzione, prevede la collaborazione dei lavoratori nella gestione delle imprese. Dopo, sulla partecipazione si è fatta tanta retorica, ma la costituzione vivente non è stata mai adeguata a quella che è entrata in vigore nel 1948.
Confindustria Veneto Est e sindacati firmano il Patto per la crescita.
Rafforzare la contrattazione di secondo livello, sostenere la capacità competitiva del sistema industriale e la partecipazione dei lavoratori nell’organizzazione delle imprese, individuare misure per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono gli elementi chiave del “Patto metropolitano per la coesione sociale”, firmato dal presidente di Confindustria Veneto Est, Leopoldo Destro, e dal vicepresidente Alberto Zanatta con i vertici delle sigle territoriali di Cgil, Cisl e Uil.
Pietro Ichino – Perché la partecipazione é rimasta sulla carta
Trascrizione di una video-intervista a cura di Ada Fichera che è stata proiettata al convegno promosso da Italia Decide l’11 maggio 2023 – In proposito vedi anche il video della precedente intervista sul medesimo argomento, a cura della stessa giornalista, del novembre 2022.
In allegato le slides di un altro intervento del prof. Ichino sullo stesso argomento.
Leonard Mazzone – L’emancipazione al lavoro
Il recupero cooperativistico d’impresa è un fenomeno esemplare e potenzialmente contagioso di reazione collettiva e solidale alle dinamiche scadenti del capitalismo neoliberale (in primis alla finanziarizzazione delle imprese), che stanno condannando una porzione crescente di risorse – umane e non soltanto – a diventare scarti. Si tratta, peraltro, di esperienze durature di mutualismo in ambito produttivo: 202 delle 218 imprese recuperate prima del 2003 sono durate in media 15,2 anni, di contro ai 12 anni di vita media delle piccole e medie imprese italiane.
Marcello Bianchi – Serve una legge per promuovere la democrazia economica?
Le posizioni espresse dalla CISL in occasione dell’ultimo congresso mostrano una chiara impostazione contrattualistica, coerente con la sua storia e i suoi valori fondativi. Viene ribadita la netta contrarietà a interventi legislativi sul salario e sulla rappresentanza, che minerebbero lo stesso ruolo del sindacato in una società pluralistica. Questo si basa proprio sull’autonomia contrattuale delle condizioni di lavoro, in primis i salari, e su un sistema di rappresentanza aperto alla competizione e al riconoscimento reciproco delle parti.