L’idea della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese non è mai scomparsa dall’orizzonte del sindacalismo. È altrettanto vero che negli ultimi 40 anni, in nessun Paese al mondo, si sono fatti passi in avanti in termini di legislazione di sostegno alla partecipazione dei lavoratori.
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Emanuele Massagli – Partecipazione dei lavoratori, la sfida della Cisl che vale più del salario minimo
Il dibattito attorno all’opportunità o meno dell’approvazione di un salario minimo legale (proposta unitariamente presentata dalle forze di opposizione, eccetto Italia Viva) ha polarizzato il confronto recente in materia di lavoro. La contesa mediatica è facilmente vinta da chi sostiene gli effetti salvifici di un pavimento stipendiale di 9 euro lordi imposto a qualsiasi posizione lavorativa: il messaggio è semplice e accattivante, costruito attorno a un (doveroso!) desiderio di maggiore dignità del lavoro.
Lavoro, Foti (FdI): è ora di attuare partecipazione prevista in Costituzione.
“È la prima volta che Fratelli d’Italia non presenta una proposta di legge in parlamento sulla partecipazione agli utili dei lavoratori e/o al capitale delle imprese da parte degli stessi. E non lo ha fatto per un’unica ragione: la Cisl ci aveva annunciato una propria proposta di legge sulla partecipazione.
Partecipazione, capitolo importante delle riforme istituzionali.
Prof. Cassese, intanto: nel sommario delle riforme istituzionali necessarie al Paese, a suo giudizio può essere inserito anche il capitolo della partecipazione dei lavoratori?
Non solo può, ma deve. È dal 1948 che la legge più alta, la Costituzione, prevede la collaborazione dei lavoratori nella gestione delle imprese. Dopo, sulla partecipazione si è fatta tanta retorica, ma la costituzione vivente non è stata mai adeguata a quella che è entrata in vigore nel 1948.
Partecipazione dei lavoratori nelle aziende, l’Ucid sostiene la raccolta di firme lanciata dalla Cisl.
Il presidente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti), Riccardo Pedrizzi, ha scritto una missiva al segretario generale della Cisl Luigi Sbarra per esprimere soddisfazione e sostegno all’iniziativa sulla raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori nelle aziende e la democrazia economia.
Giuliano Cazzola – La partecipazione dei lavoratori alla governance delle aziende non può essere un proseguimento del conflitto con altri mezzi
Nei giorni scorsi davanti all’ingresso del mercato delle erbe della mia città mi sono imbattuto in un tavolino che raccoglieva le firme per il referendum contro l’invio delle armi all’Ucraina. Le operazioni procedevano con una discreta partecipazione di persone che accettavano di sottoscrivere. Il che mi ha ferito. Ho allungato il passo imprecando tra me e me, fino a quando, più in là, ho incontrato un altro tavolino illustrato da una bandiera della Cisl dove venivano raccolte le adesioni per la presentazione di una proposta di legge (Pdl) di iniziativa popolare intitolato “Per una governance d’impresa partecipata dai lavoratori”.
Mille fallimenti in 10 anni “Coinvolgiamo i lavoratori”.
Sono stati 954 i fallimenti in 10 anni nella nostra provincia. A rivelarlo è la Cisl Emilia Centrale, che poi commenta così tramite la segretaria Rosamaria Papaleo: “Così non va. Sì alla legge per partecipazione dei lavoratori alle imprese”.
Luigi Marelli – Partecipazione dei lavoratori e/o partecipazione dei sindacati?
La recente presentazione del progetto di legge sulla partecipazione dei lavoratori da parte della CISL ha indubbiamente il merito di riaprire un dibattito, peraltro mai sopito, relativo all’applicazione dell’art. 46 Cost.
Maurizio Ballistreri – Una riflessione sulla partecipazione in azienda
La proposta di legge di iniziativa popolare della Cisl sulla “Partecipazione al Lavoro”, presentata dal suo segretario generale Luigi Sbarra, per l’applicazione dell’articolo 46 della Costituzione, che prevede il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende, ha il merito di riaprire il dibattito sulle relazioni industriali in Italia, in una prospettiva europea.
Confindustria Veneto Est e sindacati firmano il Patto per la crescita.
Rafforzare la contrattazione di secondo livello, sostenere la capacità competitiva del sistema industriale e la partecipazione dei lavoratori nell’organizzazione delle imprese, individuare misure per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono gli elementi chiave del “Patto metropolitano per la coesione sociale”, firmato dal presidente di Confindustria Veneto Est, Leopoldo Destro, e dal vicepresidente Alberto Zanatta con i vertici delle sigle territoriali di Cgil, Cisl e Uil.