Sulla riforma della contrattazione i sindacati restano divisi. All’indomani dell’annuncio del presidente di Confindustria che aveva dichiarato «chiuso» il tavolo interconfederale per «assenza di margini di manovra», ieri sono emerse nuovamente le distanze tra le tre confederazioni.
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Massimo Visconti – Sindacato unico o sindacato unitario
E` ormai sotto gli occhi di tutti la crisi che i sindacati italiani stanno attraversando e che è dovuta alle vicende che, trasversalmente, interessano le sigle storiche non tanto dovute alle “battaglie sindacali” quanto al gossip che riguarda una volta le retribuzioni gonfiate di un segretario generale, l’altra volta l’elezione irregolare di un altro segretario generale o le spese “non inerenti all’attività sindacale” fatte con carte di credito finanziate con i soldi dei lavoratori oppure dalla fuga di iscritti che sembra aver travolto il primo sindacato italiano.
Taddei (PD): “Contratti, intesa a breve o interverrà il governo”.
«Non si decide sulla base di una singola riunione. Certo, il primo segnale non è stato positivo ma sono ancora fiducioso. Di sicuro il governo non aspetterà in eterno». Filippo Taddei è il responsabile economia del Pd. Sul nuovo modello contrattuale che darebbe più peso al secondo livello, cioè alla contrattazione territoriale e aziendale il governo aveva detto di aspettare un accordo fra sindacati e imprenditori. Ma anche che, senza accordo, sarebbe intervenuto per legge.
La settimana scorsa i sindacati Cgil e Uil non si sono presentati all’incontro con Confindustria. Fino a quando aspetterete prima di intervenire?
«Adesso siamo concentrati sulla legge di Stabilità, che terminerà il suo percorso parlamentare a fine anno. Una volta chiuso quel capitolo riporteremo l’attenzione sui contratti. Spero che nel frattempo le parti sociali abbiano trovato il modo di discutere e il coraggio di trovare una sintesi. Altrimenti saremo noi a fare il passo».
(…) Ma cosa può fare il contratto di secondo livello in più rispetto
a quello nazionale?
«Un esempio: per i lavoratori stagionali del turismo il problema è aiutarli a riallocarsi in un altro settore quando finisce la stagione. Secondo voi si può fare la stessa cosa in Sardegna e in Romagna?».
(L. Salvia, Corriere della Sera, 30.09.2015)
Anche per Confindustria l’importante è partecipare.
E’ di poche ore fa una svolta storica di Confindustria sui contratti di lavoro di cui solo gli osservatori più attenti si sono accorti. Nel suo discorso all’assemblea annuale privata degli industriali, il presidente Giorgio Squinzi ha proposto di rivedere profondamento il modello dei contratti di lavoro legando strettamente retribuzioni e produttività.
Lavoro. Se la Cgil scopre la cogestione alla tedesca, che studi finanzia la Fondazione An?
Mentre siamo infervorati attorno a documenti identificati dall’età anagrafica dei firmatari, mentre ci chiediamo quale possa essere il futuro della destra culturale, prepolitica e quindi politica italiana, incredibilmente perdiamo di vista mutamenti epocali.
Conferenza Cgil. Baseotto ai 921 delegati: “Il coraggio di cambiare per continuare a rappresentare e tutelare i lavoratori”.
Con la relazione introduttiva di Nino Baseotto ha preso il via a Roma la sesta Conferenza d’organizzazione della Cgil. Da tutta Italia sono giunti all’Auditorium di Roma 921 delegati, il 61 per cento dei quali espressione diretta dei luoghi di lavoro o delle Leghe Spi: “È la prima volta – ha sottolineato con orgoglio il responsabile organizzativo della Cgil nel corso del suo intervento – che in un’assise nazionale della Cgil si realizzano sia la sostanziale parità di genere, sia una netta prevalenza di compagne e compagni in produzione o militanti di Leghe Spi”.
Parti sociali in cerca di intesa per riformare il modello contrattuale.
Sul modello contrattuale Confindustria, Cgil, Cisl e Uil cercano un’intesa. L’attuale sistema (scaduto alla fine dello scorso anno) che aggancia gli aumenti del contratto nazionale all’inflazione, o meglio all’indicatore Ipca (indice dei prezzi al consumo armonizzato al netto degli energetici importati), ha fatto il suo tempo, non essendo più in grado di garantire ai lavoratori incremenenti consistenti.