Più società e meno Stato, più collaborazione in azienda e meno centralizzazione contrattuale. Partecipazione ove ce ne siano le condizioni. Senza imporre nulla dall’alto, ma liberando la vitalità dell’impresa e del lavoro. È l’auspicio con cui Maurizio Sacconi guarda all’avvio del dibattito in aula sulla proposta di legge sulla partecipazione al lavoro.
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La società delle macchine intelligenti: urgenza di un’alleanza fra capitale e lavoro
Si è svolto Sabato 23 febbraio, presso l’Unione Industriale di Torino, il convegno, moderato da Ezio Ercole, Vice-Presidente dell’ Ordine dei Giornalisti del Piemonte, dedicato all’ Industria 4.0: partecipazione e cogestione dei lavoratori nell‘era dell‘intelligenza artificiale, organizzato dall’associazione Europa Nazione Cristiana in collaborazione con l’ UCID, l’ Ordine dei Giornalisti, Alpina e Poesia Attiva.
Riportiamo qui di seguito una breve sintesi degli interventi dei partecipanti e il testo integrale del discorso di Riccardo Lala. Continua la lettura
Cosa cambia nella regolazione del lavoro in Francia: spunti di riflessione per il caso italiano.
Il Governo francese ha presentato ieri il testo dei cinque decreti che riformano il Codice del lavoro, attuando le disposizioni della legge delega approvata dal Parlamento il 2 agosto scorso.
Integrare rappresentanza, nuova contrattazione, partecipazione.
Il governo ha chiesto alla Commissione Lavoro del Senato di sospendere l’esame del disegno di legge sulla partecipazione dei lavoratori perché ha comunicato di voler sollecitare le parti sociali, anche convocandole, a ridefinire le regole della contrattazione collettiva facendole evolvere verso una maggiore attenzione alla dimensione aziendale. Le pratiche partecipative sono l’espressione più evoluta della contrattazione aziendale ed è quindi evidente il nesso tra esse e la evoluzione della contrattazione collettiva verso la dimensione aziendale.
Un nuovo protagonismo sociale nel ricordo di Marco Biagi.
(…) un denominatore comune, vale a dire il rinnovato riconoscimento di quanto sosteneva Biagi: che i ritardi e le asimmetrie del mercato del lavoro italiano sono certamente legate a un sistema regolatorio ma, soprattutto, sono il frutto di un atteggiamento culturale sbagliato (…)
(D. Colombo, il Sole 24 Ore, 20.03.2014)