Il sindacalismo nazional-rivoluzionario ha avuto storicamente due facce: quella più immediata, “pratica” (rivendicativa sul piano dei salari e delle condizioni di lavoro) e quella “teorica” (progettuale e culturalmente eretica rispetto ai vecchi dogmi ideologici di matrice ottocentesca). Quando le due volontà si sono incrociate e “contaminate” ne è nata una delle più interessanti e creative stagioni della storia sociale del nostro Paese.
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Partecipazione dei lavoratori e trasformazione digitale.
1. Il rinnovato interesse per il metodo partecipativo nel sistema italiano di relazioni sindacali
Il modello partecipativo ha storicamente occupato una posizione secondaria nel sistema italiano di relazioni sindacali, incentrato fin dall’avvio dell’esperienza repubblicana sul binomio conflitto-contrattazione collettiva.
Un anno di Stato e Partecipazione e una scienza aperta all’etica e al confronto.
Nel dicembre del 2020 usciva il primo volume dell’Istituto «Stato e Partecipazione», dal titolo L’Italia del Futuro. Con una serie di saggi affidati a professori, studiosi e sindacalisti si cercavano di tratteggiare spunti, analisi e programmi per la (ri)costruzione della Nazione nel dramma della pandemia. Dall’agricoltura all’industria, passando per la politica estera, il sindacato e le periferie, ogni aspetto vitale era toccato, seguendo il filo conduttore della necessità del recupero di ampie fette di sovranità e dell’impostazione di strategie di lunghissimo periodo per l’Italia.
Ugl, ieri a Catania il segretario generale Capone: “Patto tra lavoro e capitale”.
“Se la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa in Italia fosse stata già una realtà, moltissime vertenze occupazionali nel paese, come anche in Sicilia e a Catania, neanche sarebbero esistite.” L’ha detto ieri il segretario generale della Ugl, Paolo Capone, intervenendo durante la quarta tappa della conferenza programmatica del sindacato, organizzata nella città etnea per i territori di Sicilia e Calabria dopo gli incontri di Torino, Bari e Mestre.
Lavoratori nel cda Gtt, sindacati contro. La Cisl dice sì: può essere una svolta.
L’annuncio del sindaco, Stefano Lo Russo, sulla volontà di inserire un rappresentante dei lavoratori nel prossimo consiglio di amministrazione di Gtt ha creato «un acceso dibattito» tra i sindacati. Un po’ perché non si aspettavano una decisione del genere, un po’ perché sarebbe un modello di gestione totalmente innovativo in Italia che, a differenza della Germania dove invece è già collaudato, non ha nemmeno una chiara cornice normativa.
Intervista a Giovanni Bianchini
Ci parli di lei…
Laureato in Economia e Commercio nel lontano 1967 presso l’Università La Sapienza di Roma nel lontano 1967: sono stato allievo, tra gli altri, di Pietro Onida (relatore della tesi di laurea circa l’uso dei calcolatori elettronici in una Banca di medie dimensioni), Federico Caffè, Giuseppe Murè e Amintore Fanfani. 37 anni di Banca Popolare di Milano, da impiegato fino a Direttore Marketing e Commerciale, vicario del direttore generale. Membro del consiglio di Amministrazione dal 2009 al 2011 e del Consiglio di Sorveglianza nel biennio 2011/2013. Successivamente ho svolto attività di consulente di strategia di management con Silvio Rubbia oltre che per conto di CGIL – Roma e Lazio. Una vita spesa nel settore bancario: ancora oggi nel direttivo di APB, associazione per la pianificazione in Banca.
Onofrio Rota – Il comparto agroalimentare e le sfide della democrazia economica
L’impatto della crisi sanitaria è stato ed è tuttora drammatico. Si tratta di uno stravolgimento delle nostre vite che ha inevitabilmente stimolato tante riflessioni anche sui processi produttivi, partecipativi e organizzativi, in parte accelerando alcuni cambiamenti già in corso da diversi anni. Le parti sociali sono state chiamate a gestire l’emergenza e ad abbracciare la sfida della ripartenza.
Francesca Manca – La partecipazione dei lavoratori, dal Mitbestimmung all’impresa sociale
Abstract
La partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa è stata recentemente disciplinata nelle imprese sociali dal Decreto Legislativo 11/2017. L’impresa sociale è caratterizzata infatti da una multi stakeholdership, così come in generale gli Enti del Terzo Settore. Il coinvolgimento dei lavoratori e più in generale degli stakeholders porta le imprese a considerare le necessità dei diversi portatori di interessi e di consentire al lavoratore stesso, interessato in prima linea alla crescita dell’impresa, di collaborare attivamente.
Favorire la partecipazione dei lavoratori in azienda per migliorare competitività e conciliazione vita-lavoro.
Promuovere la cultura della partecipazione dei lavoratori all’interno della vita aziendale, con l’obiettivo di rispondere alle nuove esigenze portate dall’innovazione tecnologica, da una sempre maggiore competizione internazionale e dalla necessità di una migliore conciliazione di vita e lavoro.
Il dibattito a destra – Caro Mario, andiamo avanti, la partecipazione è il futuro
Il recente commento di Mario Bozzi Sentieri apparso su Destra.it e Barbadillo sulla partecipazione dei lavoratori alle imprese riaccende i riflettori su uno dei temi chiave per il futuro del nostro paese nonché di tutta l’Europa. Chi scrive pensa sia arrivata l’ora per le forze patriottiche e «sovraniste» di fare un salto di qualità e smarcarsi da tentazioni liberiste, «forziste» o meramente assistenzialiste e impostare politiche rivoluzionarie sui temi sociali.