Sandro Raozzi – Per svegliare l’economia coinvolgere i lavoratori

Secondo il monitoraggio Istat che rimette insieme tutti i dati raccolti nel primo trimestre 2017, in Europa si consolida la ripresa, negli Stati Uniti i segnali sono invece di rallentamento anche se occupazione e disoccupazione migliorano ancora (i senza lavoro sono sotto il 4,5%, un miraggio per l’economia italiana). Da noi la situazione svetta ancor di più, quasi fossimo diventati una… sorta di locomotiva. Ma dove sta la maggiore differenza con gli Usa di Trump, Usa first? Nell’andamento degli investimenti che negli Stati Uniti crescono (e danno solidità all’economia), mentre nel nostro caso flettono nell’industria mentre ci sono accenni ad un timido risveglio nelle costruzioni dopo il crollo degli ultimi anni. Insomma manca la spinta degli investimenti e la propensione al rischio che potrebbe davvero farci cambiare passo. Si pensi al nodo del lavoro: mentre la disoccupazione tocca i minimi dal 2012 (anno però poco significativo perché da crisi piena) stiamo assistendo a due drammi occupazionali come quelli di Alitalia e Ilva di Taranto. Le cifre non sempre raccontano la realtà per quella che è veramente.

E va aggiunto che stiamo parlando di due dei pochi grandi gruppi di cui dispone ancora il nostro sistema economico. La fragilità del momento l’Istat la fotografa quando riferisce sul clima di fiducia di famiglie ed imprese che nel breve periodo non incoraggia ottimismo.

Del resto che la prospettiva incuta tuttora timori lo dimostra anche la relativa ma da non sottovalutare decelerazione dei prezzi. L’inflazione regge su due voci in particolare: energia e tariffe. Che asciugano le tasche delle famiglie più di quanto le finanzino… salari ed aumenti contrattuali. Ecco perché anche se cresce l’occupazione (ma quale? Quella stabile, sempre meno, mentre quella precaria torna a riemergere sempre di più) il reddito disponibile non è in grado di dare una spinta decisa e di lunga durata ai consumi.

I casi Alitalia e Ilva segnalano inoltre anche un altra esigenza inevasa: oggi una strategia di partecipazione alle sorti dell’azienda fin nei Cda delle imprese non è più una opzione ma ormai è una necessità da sperimentare. Specie se serve ricostruire un clima di minore tensione sociale e di maggior coinvolgimento alle sorti di imprese e settori.

Una volta attorno a vertenze simbolo si sarebbero create attenzioni e iniziative di tutti i tipi: politiche, sociali, istituzionali. Oggi la politica dopo quasi 30 anni si balocca ancora con le alchimie delle leggi elettorali, il sociale appare privo di personalità politica, le istituzioni stanno alla finestra per lo più con qualche lodevole eccezione.

È la conseguenza di un governo dell’economia che non si è fatto mai davvero progetto. La locomotiva allora può anche sobbalzare per qualche chilometro ma, senza strategie nuove, non pare destinata ad andare lontano.

(fondazionenenni.wordpress.com, 06.06.2017)

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