Approvato all’unanimità in Seconda commissione, presieduta da Luca Giuliani del Patt, il ddl unificato di Cladio Civettini della Civica Trentina e Filippo Degasperi di 5 Stelle che, sostituendo l’articolo 22 della legge 6 sugli incentivi alle imprese, assegna alla Pat il ruolo di promuovere protocolli che prevedano il principio della responsabilità sociale d’impresa, interventi di welfare aziendale, l’affermazione dell’eguaglianza di genere e la partecipazione dei lavoratori alle scelte organizzative delle aziende. Il ddl prevede inoltre che la Pat favorisca la sottoscrizione, da parte delle aziende, di un codice etico per il rispetto dei tempi di pagamento. Protocolli e codice etico che, con una delibera della Giunta, serviranno per il riconoscimento delle maggiorazione degli incentivi previsti dalla legge 6.
Un sì al ddl che ha unito sindacato e imprenditori.
Prima del voto del ddl unificato si sono tenute in Seconda commissione una serie di audizioni. Il sindacato ha espresso parere positivo sul ddl. Franco Ianeselli, segretario Cgil, ha affermato che nei protocolli di welfare aziendale il tema dovrà essere affrontato a tutto tondo: riguardare cioè il rapporto vita e lavoro e non solo quello genitorialità – lavoro. Perché ci sono carichi di cura, ha ricordato, che riguardano anche l’assistenza dei familiari, in particolare disabili e non autosufficienti. Sì anche al sostegno delle aziende regolari nei pagamenti, principio che andrebbe però esteso anche ai dipendenti. Per quanto riguarda la partecipazione dei lavoratori alla vita delle aziende, istituto presente da anni in Austria e Germania, il sindacato ha chiesto di inserire il termine partecipazione strategica, proprio per permettere ai lavoratori di dire la loro sul futuro delle aziende. Gianni Tomasi della Uil ha insistito che tra i requisiti per i pagamenti regolari siano inseriti anche quelli dei dipendenti, per evitare il paradosso di premiare un’azienda che paga i fornitori ma non i lavoratori. Il consigliere Claudio Civettini (Civica Trentina) ha chiesto ai sindacalisti se sono a conoscenza di casi di discriminazione di mamme lavoratrici. Tomasi ha risposto che il problema c’è, soprattutto nelle aziende dove non è presente il sindacato. Ianeselli ha aggiunto di essere scettico sull’idea di un welfare aziendale che si limita a buoni spesa e benefit. Si deve invece puntare su orari, asili nido e buone pratiche sulla conciliazione lavoro – famiglia ed estendere le misure di welfare al lavoro esternalizzato, ad esempio addetti alle mense e alle pulizie delle ditte. Lorenzo Pomini segretario Cisl ha sottolineato la necessità di una cultura aziendale che crei le condizioni positive per il lavoro. Ianeselli ha ricordato che servirebbe anche un intervento sull’Icef, pensando ad un abbattimento del peso del reddito da lavoro femminile, superando i 4.000 mila euro che oggi non vengono considerati oggi nel calcolo Icef. Altrimenti, ha affermato, l’Icef finisce per incentivare il non lavoro, per non perdere le prestazioni di welfare. Civettini ha concluso affermando che, contrariamente alle previsioni della Fornero, alle donne dovrebbe essere riconosciuto un bonus sociale dal punto di vista pensionistico.
Anche da parte del Coordinamento imprenditori giudizio positivo. Andrea Marsonet di Confindustria a ricordato che il welfare aziendale va armonizzato però con le esigenze di una concorrenza globalizzata. Bene anche la promozione di modalità di pagamento virtuose. Meno entusiasmo da parte di Confindustria sulla parte della partecipazione dei lavoratori che, ha detto il rappresentante degli industriali, si presta più alle aziende strutturate che a quelle medio – piccole. Santoni della Federazione delle cooperative ha ricordato l’impegno del mondo cooperativo su questi temi. Anche sul codice etico per il rispetto dei termini di pagamento c’è piena condivisione. Per quanto riguarda gli Artigiani, il presidente Marco Segatta, ha detto un sì convinto sui tempi di pagamento. Via libera anche al punto del ddl che riguarda l’incentivo alla natalità. Civettini si è rallegrato per l’apertura sulle questioni poste dal ddl di Confindustria, Cooperazione e Artigiani. Anche Filippo Degasperi (5 Stelle) ha ricordato che nel ddl unificato è stato stralciato il premio per gli appalti perché è stata ritenuta giuridicamente a rischio da parte degli uffici. Per questo Degasperi ha chiesto ai rappresentati degli imprenditori se comunque la ritengano un’idea da portare avanti. La risposta è stata positiva. Sarebbe un modo, ha detto Segatta, per selezionare l’azienda sulla base della qualità.
Aldi Cekrezi della Confesercenti, condividendo il ddl, ha affermato che le piccole aziende hanno però bisogno di aiuto per riuscire e avere come elemento di priorità la responsabilità sociale.
Infine, il presidente provinciale di Conflavoro Pmi di Trento, Salvatore Ruocco, condividendo il ddl, ha ricordato che le piccole aziende sono rimaste e rimangono schiacciate dalla crisi che ha portato e porta come triste conseguenza ritardi nei pagamenti che conducono a fallimenti. Un dramma che è costato, spesso nel silenzio, ha ricordato, migliaia di posti di lavoro nelle piccole aziende. Una proposta importante, secondo Ruocco, quella contenuta nel ddl, soprattutto oggi, perché alcune norme, come il concordato continuativo, hanno messo e mettono in difficoltà migliaia di aziende che non verranno mai pagate.
(B. Zorzi, www.consiglio.provincia.tn.it, 30.05.2018)