La FCA vara una nuova politica retributiva prevedendo la partecipazione dei dipendenti ai risultati d´impresa: effetti utili e profili problematici della nuova disciplina.
Pietro Ichino – Contrattazione, rappresentanza e partecipazione; il nuovo capitolo della politica del lavoro del governo
Il Presidente del Consiglio – come già fece Schroeder in Germania all’inizio degli anni 2000 – ha sollecitato imprese e sindacati a un accordo che realizzi due obiettivi fondamentali di riforma del sistema delle relazioni industriali: innanzitutto l’allineamento del nostro sistema di relazioni industriali con quelli dei nostri maggiori partner europei, che prevedono la possibilità che il contratto aziendale non soltanto deroghi parzialmente al contratto collettivo nazionale, ma anche lo sostituisca integralmente in funzione della sperimentazione di piani industriali che escono dai vecchi schemi; in secondo luogo la definizione dei requisiti di rappresentatività maggioritaria dell’associazione o coalizione sindacale stipulante.
Vanno in tv e parlano poco coi lavoratori. Serve una nuova generazione di leader.
Bruno Manghi, sociologo, è convinto che la missione del sindacato non sia affatto esaurita.
(…) La contrattazione serve però questa è l’epoca della partecipazione. Spero che i dirigenti sindacali assecondino quello che è un processo naturale.
(G. Bottero, La Stampa, 14.09.2015)
Prima chiudiamo i contratti poi discutiamo di partecipazione.
Camusso replica a Squinzi: i salari vanno aumentati non diminuiti.
(…) In questa stagione il tema nuovo è quello della partecipazione dei lavoratori e della democrazia economica. Confindustria è pronta ?
(…) E la produttività ? Bisogna farla crescere. bisogna rendere il sistema più competitivo. Come ? Con nuovi modelli organizzativi, con l’innovazione, con la partecipazione e con la contrattazione.
(…) Si parla sempre di modello tedesco: imitiamolo, imitiamo la Volkswagen.
(…) Non so se Confindustria sarà interessata a questa forma di partecipazione… So benissimo che hanno sempre cercato di evitare modelli di effettiva condivisione delle scelte in azienda. Ma non mi si dica che la sfida della modernità è il ritorno all’antico.
(R. Giovannini, La Stampa, 13.09.2015)
Un contratto per tornare a competere. I sindacati facciano scelte coraggiose.
Intervista al presidente di Confindustria Squinzi, che sfida i sindacati sul coraggio di cambiare.
(…) Confindustria vuole salari legati alla produttività e il welfare aziendale.
(…) Vogliamo mantenere il contratto nazionale, ma le regole cambino. Non è più possibile anticipare l’inflazione e serve flessibilità.
(…) Serve un accordo innovativo perchè il mondo è cambiato. Chiudere intese con le vecchie regole significa rimandare.
(F. Manacorda, La Stampa, 12.09.2015)
In Germania: un’azienda, un solo contratto collettivo.
In Germania è stata approvata, lo scorso 22 maggio, la legge sulla Tarifeinheit (unicità/unità del contratto collettivo), che prevede l’applicazione in ogni azienda di un solo contratto collettivo.
Intervista a Emiliano Di Carlo (parte III) – Il contesto italiano
Il decreto legislativo n.6 del 17 gennaio 2003 introduce, all’interno di una più ampia riforma del diritto societario, la possibilità per le società per azioni di adottare altri due modelli di governance alternativi rispetto al tradizionale: il monistico e il dualistico, ma senza traccia di codeterminazione.
Considera auspicabile, soprattutto nel contesto italiano caratterizzato da un elevato potenziale conflitto di interessi nei gruppi piramidali, un graduale percorso di lungo periodo che arrivi a inserire strategici elementi di compartecipazione, quali ad esempio la nomina e la revoca degli amministratori, indipendentemente dal sistema di governance adottato dall’impresa?
Il dipendente-azionista rende.
Piano di partecipazione agli utili negli Stati Uniti: in 10 anni superato il rendimento dello S&P 500.
Il coinvolgimento diretto stimola impegno e sinergie.
(…) Dalle evidenze appare inoltre come il team di lavoro tenda, in contesti di compartecipazione, a essere più stabile, limitando il turnover dello staff e la crescita comune del gruppo. Benefici questi, però, cui si contrappongono tre preoccupazioni: (…) la correlata perdita del gettito pensionistico futuro, (…) il rischio di minare la competitività di lungo termine, (…) problemi in quanto a responsabilità e diritti.
(G. Grigolon, Italia Oggi Sette, 07.09.2015)
Che cosa occorre cambiare nel nostro sistema di relazioni industriali, e perchè.
“SGABBIARE” LA CONTRATTAZIONE NELL’IMPRESA È INDISPENSABILE PER UN MIGLIORE COLLEGAMENTO FRA RETRIBUZIONE E PERFORMANCE AZIENDALE E PER CONSENTIRE LA SCOMMESSA COMUNE DEI LAVORATORI CON L’IMPRENDITORE SUL PIANO INDUSTRIALE PIÙ INNOVATIVO
Intervista a cura di Fabio Paluccio, pubblicata dall’Agenzia di Stampa Adn Kronos il 21 agosto 2015
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Professor Ichino, come giudica l’ipotesi di riforma del sistema della contrattazione collettiva allo studio del governo?
Intervista a Emiliano Di Carlo (parte II) – Sistema di governance dualistico
Il sistema di governance dualistico tedesco istituzionalizza la partecipazione dei lavoratori (istituto della Mitbestimmung) oltre che al consiglio di fabbrica (Betriebsrat) a livello di unità produttiva territoriale, anche al consiglio di sorveglianza (Aufsichtsrat), fondamentale organo aziendale che nomina/revoca gli amministratori del consiglio di gestione, definisce l’orientamento strategico di fondo e approva il bilancio.
Rispetto al sistema di governance anglosassone e al tradizionale, quale ruolo svolge questa caratteristica in ambito di prevenzione del conflitto di interessi, inclusività aziendale e legame sociale?