Intervista a Pierangelo Albini (Confindustria)

foto AlbiniLa partecipazione dei lavoratori costituisce da tempo un pilastro centrale in molti contesti esteri (in particolare dell’area renano-scandinava) che ne hanno saputo fare un fattore strategico in ottica di competitività economica e inclusione sociale; contesti che si distinguono sullo scenario globale per relazioni industriali costruttive e finalizzazione comune verso l’interesse primario aziendale. Quali le potenzialità socio-economiche?

La partecipazione dei lavoratori è uno di quei temi che inevitabilmente suscita sentimenti e opinioni contrapposte, ma affermare che essa sia il pilastro centrale della competitività della Germania dei paesi scandinavi è una “forzatura” della realtà.

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Intervista a Pietro Ichino

Ichino fotoLa partecipazione dei lavoratori all’azienda rappresenta un concetto che ha trovato diversi livelli di istituzionalizzazione e applicazione nel contesto internazionale. Come considera la correlazione tra il forte sostegno istituzionale, in primis per mezzo del sistema legale, e gli elevati livelli di competitività economica/inclusione sociale in Paesi quali Olanda, Germania, Austria e gli scandinavi Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia?

L’ordinamento statale può imporre la partecipazione dei lavoratori nell’impresa, secondo il modello che ha caratterizzato soprattutto l’esperienza tedesca dalla fine dell’ultima guerra mondiale; oppure può incentivarla in vari modi; oppure ancora può rimanere neutrale su questo terreno, lasciando che sia il libero gioco delle relazioni industriali a produrre la diffusione di pratiche partecipative.

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Intervista a Franco Martini (CGIL)

Martini fotoLa partecipazione dei lavoratori costituisce da tempo un pilastro centrale in molti contesti esteri (in particolare dell’area renano-scandinava) che ne hanno saputo fare un fattore strategico in ottica di competitività economica e inclusione sociale; contesti che si distinguono sullo scenario globale per relazioni industriali costruttive e finalizzazione comune verso l’interesse primario aziendale. Quali le potenzialità socio-economiche?

Non vi è dubbio che la partecipazione dei lavoratori, se inquadrata in un modello di relazioni industriali innovativo, costituisce una risorsa per lo sviluppo delle imprese e, più in generale, per la crescita economica del Paese. Proprio per questo la recente proposta unitaria di Cgil-Cisl-Uil la assume come uno dei tre pilastri sui quali poggiare un moderno sistema di relazioni industriali, determinando con ciò un importante salto di qualità nella cultura delle relazioni.

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Enzo Russo – Sulle proposte per rilanciare la democrazia nelle imprese

Astrid, La partecipazione incisiva. Idee e proposte per rilanciare la democrazia nelle imprese, a cura di Mimmo Carrieri, Paolo Nerozzi e Tiziano Treu, il Mulino, Bologna, 2015.

Come è detto nella quarta di copertina, i 13 saggi raccolti nel volume di Astrid nascono dalla discussione di un gruppo di studio, composto da valenti studiosi della materia: “essi mettono a fuoco i caratteri e gli strumenti che può assumere una declinazione italiana della partecipazione, a partire dalle esperienze concrete sui luoghi di lavoro e dalla ricerca di affinità con impianti regolativi stranieri, in particolare Germania e Francia”.

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Bene il WCM ma bisogna andare avanti.

Il Wcm, il World Class Manifacturing, il sistema produttivo che negli stabilimenti Fiat ha sostituito il vecchio fordismo, sta producendo risultati sorprendenti, sorprendenti per gli stessi manager che lo avevano scelto. Ma non bastano, bisogna andare avanti in questo profondo processo di innovazione, compiere un nuovo salto di qualità sulla via della partecipazione, perché c’è il rischio di rimanere a metà del guado e, inevitabilmente, svilire gli stessi risultati raggiunti.

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Augusto Grandi – Cogestione, quell’articolo 46 della Costituzione dimenticato e tradito da tutti

Per una larga parte dei maschi italiani, e anche per molte femmine, il 46 e’ semplicemente “il numero di Valentino”. Ossia di Rossi, il campione di motociclismo. Ma 46 e’ anche il numero dell’articolo della costituzione italiana che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Articolo, ovviamente, mai applicato in Italia.Perché la costituzione viene sbandierata quando va comodo ed ignorata quando comodo non fa. E l’articolo 46 comodo non fa. A nessuno.

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Intervista a Maurizio Petriccioli (CISL)

maurizio_petriccioli12La partecipazione dei lavoratori costituisce da tempo un pilastro centrale in molti contesti esteri che ne hanno saputo fare un fattore strategico in ottica di competitività economica e inclusione sociale; contesti che si distinguono sullo scenario globale per relazioni industriali costruttive e finalizzazione comune verso l’interesse primario aziendale. Quali le potenzialità socio-economiche?

Numerosi studi hanno dimostrato che i sistemi economici d’impresa più efficienti sono quelli in cui sono maggiormente diffuse relazioni sindacali partecipative.

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Mario Sassi – Per un “capitalismo dei partecipanti”

Severino Salvemini sul Corriere ha rilanciato un dibattito importante. Il suo assunto di partenza è chiarissimo:” ..bisogna dare vita ad una nuova dinamica di governo aziendale dove i diversi portatori di interesse possano far sentire di più la propria voce”. E così il tema che fa riferimento alla partecipazione o, in altri termini, alla collaborazione, al coinvolgimento dei collaboratori, ritorna in primo piano.

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