Dialogo sociale e co-gestione per la sfida di Industria 4.0. A proposito del libro Bianco del Governo tedesco sul lavoro 4.0

Lo scorso novembre, il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali tedesco ha pubblicato il Libro Bianco sul Lavoro 4.0 – Weissbuch Arbeiten 4.0. Il volume tenta di fornire una prima risposta programmatica in termini di policy rispetto alle istanze emergenti da un mercato del lavoro in trasformazione, incalzate dalle nuove frontiere della quarta rivoluzione industriale.

Genesi del Weissbuch: la Hightech-Strategie e la nuova concezione di smart factory

Le osservazioni contenute nel Weissbuch sono il risultato, di un lungo processo di discussione intrapreso in Germania riguardo agli effetti della digitalizzazione non solo sui sistemi di produzione, ma, più in generale, sugli stili di vita e sulle abitudini delle persone, che evocano l’esigenza di costruire un nuovo “compromesso sociale”, nella continua tensione tra la crescente individualizzazione dei bisogni dei singoli e la necessità di un ancoraggio ad un quadro valoriale comune. Continua la lettura

Dal mondo della componentistica un nuovo modello di welfare e di relazioni industriali. Applicabile anche altrove?

Alla Dell’Orto un premio di produzione legato al risultato economico aziendale e spendibile anche all’ interno di un sistema di welfare interno orientato alla worklife balance. Proposte che potrebbero diventare un caso di scuola.

Un progetto di welfare che farà scuola, non solo in Italia. Lo ha annunciato con un tweet Andrea Dell’Orto, vicepresidente esecutivo dell’azienda che porta il suo cognome e che a Cabiate, nel comasco, produce carburatori e sistemi a iniezione per moto e auto. Della Dellorto, Industria Italiana si è occupata a proposito dell’ automazione della fabbrica. Rimandiamo alla scheda a fondo pagina per le caratteristiche e la storia dell’ azienda. Gli aspetti innovativi del progetto welfare complessivo partono in prima battuta dall’ accordo raggiunto in sede di contrattazione aziendale. Continua la lettura

I lavoratori freelance aumentano…e si organizzano.

I dati delle istituzioni internazionali ci dicono che negli ultimi anni è cresciuto il numero di lavoratori autonomi in conseguenza dei profondi cambiamenti economici e del mercato del lavoro (Eurostat 2015; Upwork & Freelance Union 2016). Non solo la crisi economica. Ma anche la digitalizzazione dell’economia ha dato impulso ad una nuova ondata di lavoro autonomo (Etui 2016).

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Aleksandra Gregorič – Bringing workers into the boardroom: the Nordic way

L’apertura di Theresa May alla partecipazione dei lavoratori all’impresa può aver colto di sorpresa l’opinione pubblica, soprattutto perché è stato uno degli argomenti con cui ha voluto esordire nel nuovo ruolo. In realtà lo considererei una conferma della trasversalità del tema che, in quanto tale, dovrebbe sottrarsi al dibattito politico ed essere valutato come possibile strumento di miglioramento della produttività aziendale. Nei contesti economici de-industrializzati, in particolare, si affermano i “lavoratori della conoscenza”, detentori di competenze specialistiche spesso di alto livello, la cui partecipazione agli organi amministrativi dell’impresa può velocizzare i processi decisionali e aumentare la propensione alla ricerca, allo sviluppo, all’innovazione. Da non sottovalutare, inoltre, l’attuale carenza di rappresentanza sindacale per queste categorie professionali, le quali, partecipando alla gestione, potrebbero contribuire alla trasformazione della “rituale” conflittualità in confronti aperti e apolitici. Gregorič fa riferimento al modello nordico e ne evidenzia i vantaggi in termini di flessibilità e di performance rispetto ad altre governance “stakeholder-friendly”; personalmente condivido, un ottimo esempio di gradualità nell’applicazione di modelli organizzativi innovativi che potrebbe fare breccia nel sistema delle PMI italiane. (nota del redattore)  

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Pressofusioni Sebine, intesa tra Fim Cisl e azienda sul premio di risultato.

Per i 175 lavoratori della Pressofusioni Sebine di Artogne il premio di risultato è pieno di novità.

Fim Cisl provinciale e Rsu Fim hanno infatti raggiunto con la direzione aziendale un’intesa con validità triennale (2017-2019) che determinerà il premio di risultato non solo su presenze, resi e scarti ma anche su un indice di redditività che mette a confronto “margine operativo lordo” e quantità di ricchezza prodotta.

(www.cislbrescia.it, 02.02.2017)

Intervista a Francesco Cavallaro (CISAL)

La partecipazione dei lavoratori costituisce da tempo un pilastro centrale in molti contesti esteri (in particolare dell’area renano-scandinava) che ne hanno saputo fare un fattore strategico in ottica di competitività economica e inclusione sociale; contesti che si distinguono sullo scenario globale per relazioni industriali costruttive e finalizzazione comune verso l’interesse primario aziendale. Quali le potenzialità socio-economiche?

La colpevole inerzia della politica italiana non ha consentito, purtroppo, di sperimentare le potenzialità socio economiche proprie del modello partecipativo, nonostante questo sia stato immaginato e tracciato, con ammirevole lungimiranza, dal nostro legislatore costituente, in particolare all’art. 46 della Costituzione.

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Dipendenti in condivisione: la nuova frontiera del welfare aziendale.

Dipendenti in condivisione per poter salvaguardare posti di lavoro e produttività. Questa è la nuova frontiera del welfare aziendale. Grazie alla norma del 2013 che prevede che all’interno di un network aziendale si possano spostare dipendenti, la condivisione dei lavoratori è diventata realtà ed è già stata sperimentata con successo. Rete Giunca, network di imprese nato per proporre iniziative di welfare aziendale rivolte, ha sperimentato nel 2016 questa nuova formula.

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