«Non più notai della crisi ma costruttori di lavoro».

Il segretario della Cisl Pellizzon lancia una riflessione in vista del primo maggio. Con la fine degli ammortizzatori sociali dietro l’angolo ci sono tanti licenziamenti.


«Non possiamo limitarci al ruolo di notai della crisi. È ora di finirla. Come sindacato, al pari delle imprese e delle istituzioni, possiamo “fare” qualcosa per cominciare a costruire futuro, ovvero lavoro». Arturo Pellizzon, segretario generale della Cisl di Pordenone, coglie l’approssimarsi della ricorrenza del primo maggio per proporre qualcosa che è più di una riflessione, così da evitare «che quest’anno la festa del Lavoro sia solamente un rito che si consuma in una manifestazione sempre meno partecipata».

(…) «A mio avviso la migliore manifestazione che possiamo fare per il primo maggio è affrontare accordi di reindustrializzazione, workers buyout (lavoratori che diventano imprenditori), accordi territoriali, reti d’impresa… dando risposte concrete alla sofferenza e al dilagare della povertà».

(…) «Come Cisl riteniamo maturo il tempo perché, nel nostro territorio, si sperimentino forme più avanzate di partecipazione co-decisionale dei lavoratori come modalità per uscire insieme dalla crisi. Siamo per aziende che creino valore economico condiviso, oggi le più redditizie nel medio-lungo periodo, le più resistenti e quindi meno rischiose per i finanziatori».

(…) «Favorire maggiori condizioni di competitività per le imprese, lavorando senza pregiudizio su tutti i fattori della produzione per un piano di riassetto competitivo che salvaguardi l’occupazione e punti a superare le situazioni di crisi; aprire alla partecipazione dei lavoratori in organismi di sorveglianza, agli utili e al capitale dell’impresa; attivare forme di bilateralità per la gestione di sicurezza, organizzazione del lavoro, formazione professionale».

(…) «Certamente, una opportunità che si affianca all’entrata in vigore dei primi decreti attuativi del “Jobs act”, al maxi-piano di acquisto di bond da parte della Bce, varato da Mario Draghi, al favorevole cambio dell’euro per le esportazioni, al “Rilanciampresa” della Regione Friuli Venezia Giulia, tutti elementi che ci mettono davanti a possibilità che prima non avevamo. Non approfittare e non sostenere con coraggio e responsabilità questa situazione è tradire la nostra terra. Ed è per questo che esortiamo gli imprenditori al coraggio di sperimentare modelli di relazione industriale più avanzati. E su questo la Cisl è pronta».

(E. Del Giudice, il Messaggero Veneto, 26.04.2015)

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