“È la prima volta che Fratelli d’Italia non presenta una proposta di legge in parlamento sulla partecipazione agli utili dei lavoratori e/o al capitale delle imprese da parte degli stessi. E non lo ha fatto per un’unica ragione: la Cisl ci aveva annunciato una propria proposta di legge sulla partecipazione.
Come Fdi non possiamo non rilevare che dopo oltre 75 anni, l’articolo 46 della Costituzione, quello che al fine dell’elevazione economica e sociale del lavoratore, consente alla Repubblica di riconoscere il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende non ha trovato reale applicazione, poiché manca la legge che la disciplina, un vulnus che la proposta di legge della Cisl si propone di superare. Abbiamo letto la detta proposta e la sottoscriviamo coi colleghi Lisei e Malagola, perché ne condividiamo i principi. Ben sappiamo che alla base di questa proposta c’è un filone di pensiero che ci appartiene e che ha ispirato coloro che ebbero a proporre l’emendamento che prevede la partecipazione dei lavoratori alla collaborazione della gestione delle aziende nella nostra Costituzione. La fonte è la Dottrina sociale della Chiesa, dalla Rerum Novarum di Leone XIII alla Quadragesimo anno e al Divini Redemptoris di Pio XI. Le quattro forme di partecipazione previste nella proposta della Cisl sono molte di più di quella partecipazione agli utili dell’impresa o alla partecipazione azionaria dei lavoratori all’impresa che Fdi e più vastamente la destra politica ha sempre propugnato. Sono quattro forme di partecipazione – dalla consultiva, alla organizzativa, alla economica finanziaria alla gestionale – che portano a diversi risultati. Quella gestionale si avvicina più alla versione tedesca. E proprio per questo al fine anche di far sì che nella contrattazione collettiva nazionale del lavoro si possa dare libero spazio alla possibilità di sposare una di queste forme di partecipazione, ritengo sia opportuno prevedere forme progressive di benefici fiscali che m questa proposta indistintamente prevede e che dovrebbero servire a incentivare la partecipazione. L’unica riserva che abbiamo riguarda la copertura finanziaria della proposta che ci appare leggermente sottodimensionata. Per il resto valuteremo l’articolato una volta che la pdl di iniziativa popolare verrà presentata al Parlamento, perché come Fdi ci impegniamo a chiederne la calendarizzazione. È una proposta che non ha il significato di agitate una bandiera o un vessillo, ma che trova una sua sintesi anche nella lettera dello statuto della CISL e che venne delineata dal suo fondatore Giulio Pastore come una proposta di terza via tra liberismo e dirigismo. E’ una proposta infine che dimostra il coraggio del sindacato di non aver paura di mettere le mani nella gestione dell’azienda, anziché relegarsi alla rendita di posizione di soggetto solamente conflittuale. Di esperimenti e di accordi sulla partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa già ce ne sono parecchi in Italia. E’ ora di dare una attuazione pratica a quest’idea che la Costituzione prevede e che oggi è matura per essere trasfusa in legge”.
Lo ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, intervenuto oggi all’incontro organizzato a Bologna dalla Cisl.