Lavoro, 2016 può essere l’anno della partecipazione.

Proposte, iniziative, tavoli, negoziati, consultazioni: sono anni, per non dire qualche decennio, che si discute e si tenta di trattare intorno al tema, affascinante e complesso a un tempo, della cosiddetta “partecipazione dei lavoratori all’impresa”. Sono anni che, in sostanza, ci si esercita ai diversi livelli – sindacale e politico-parlamentare – su quelle che possono o potrebbero essere le vie per realizzare forme di intervento dei dipendenti nelle decisioni e nei risultati aziendali.

Ebbene, diciamolo con forza: il tema è ormai maturo, nelle tesi e nelle esperienze realizzate, per essere finalmente portato a concretezza e tradotto in provvedimenti legislativi e in accordi contrattuali. Il 2016, insomma, potrebbe e dovrebbe essere l’anno della partecipazione.

I presupposti perché questo accada ci sono tutti e vanno condotti a compimento rapidamente. In Parlamento, anche in questa legislatura, sono stati presentati diversi e autorevoli disegni di legge che delineano il contesto di sostegno e di regole generali per avviare percorsi partecipativi nelle imprese. Si tratta ora di farli diventare legge: e questo, volendo, si può fare rapidamente. Lo stesso governo, del resto, può agire per accelerare il processo legislativo. Tanto più che, non a caso, proprio nell’ultima legge di Stabilità è stata introdotta la detassazione dei premi di produttività e dei pacchetti di welfare contrattati a livello aziendale, con la specificazione che il limite economico dell’operazione è elevato da 2.000 a 2.500 euro in presenza del coinvolgimento dei lavoratori nell’organizzazione dell’impresa.

Sul piano delle relazioni sindacali, la spinta alla partecipazione può e deve venire dalla possibile intesa sulla nuova contrattazione. I presupposti perché l’anno appena cominciato diventi l’anno della partecipazione ci sono tutti, dunque.

Aggiungiamo solo, più nel merito, che sarebbe utile e saggio non prevedere a priori forme vincolanti e limitate di partecipazione: solo ai risultati e solo in un certo modo, solo agli utili, solo in termini di premi, solo come consultazione e via di seguito. Entro una cornice larga e incentivata, la strada maestra in questo come in altri campi è lasciare il gioco alla libera e magari fantasiosa azione delle parti sociali, che può ben essere varia e diversa a seconda dei contesti aziendali di riferimento.

(R. Bonanni, www.italpress.com, 11.01.2016)

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