“La Rivoluzione 4.0” è il nuovo libro di Mario Bozzi Sentieri.
L’operaio di Junger oggi potrebbe essere: Il lavoratore 4.0. Chi è? E cos’è l’industria 4.0? E’ il risultato delle applicazioni odierne della tecnologia, con la massimizzazione dell’integrazione uomo/robot sui luoghi di lavoro. Le famose “macchine intelligenti”, cioè il portato di quella Intelligenza Artificiale (IA) le cui ricerche iniziarono nella prima metà del secolo scorso e che oggi hanno ottenuto risultati straordinari ma per certi versi anche inquietanti, con macchine in grado di muoversi autonomamente e derelazionarsi con la manodopera tradizionale, fino a sostituirla.
Ciò che richiede un ripensamento dell’organizzazione del lavoro e non solo: vanno rivalutati anche i rapporti sociali, dentro e fuori i contesti organizzati professionali entro il sistema Paese, che in questo caso ruota attorno a quel perno che è il lavoratore. E la politica deve dire la sua. A partire dall’Italia, rispetto a quelle che troppo spesso sembrano decisioni prese in ambiti extra nazionali (leggi: Davos) e che si riflettono massivamente sulla vita concreta dei cittadini di un singolo Paese.
Sono passati i tempi iconici del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, celeberrimo quadro che il saggio del giornalista e scrittore Mario Bozzi Sentieri pubblicato da Eclettica Edizioni (pagg. 238, Euro 17, prefazione di Francesco Carlesi e Alessandro Amorese) porta in copertina a contraltare con un altro celeberrimo quadro futurista. Una rivoluzione del lavoro che guarda al futuro ma è già qui. Si pensi ad esempio all’odierno uso dei dati (big data, open data, cloud), le interfacce touch screen, la realtà aumentata, i calcoli di Analytics. E potremmo continuare.
L’opera di Bozzi Sentieri si intitola “La rivoluzione 4.0 Roma vs Davos. Tra lavoro e partecipazione” ed è una riflessione di alto livello sulle sfide (economiche, sociali e politiche) del futuro: se tutto cambia (in termini tecnologici, di standard esistenziali, di modelli produttivi) tutto deve cambiare nell’organizzazione sociale, nell’approccio culturale verso i nuovi problemi, nella politica, sui luoghi di lavoro. Ma al centro dev’essere la figura del lavoratore, sempre più consapevole del proprio ruolo, attivo rispetto alle scelte aziendali, in un’ottica partecipativa, verrebbe da dire “sovrana”, che riverberi da contesti organizzativi “micro” a contesti “macro”, vedi quelle decisioni extra nazionali assunte in consessi economici esterni agli ordinamenti degli Stati singoli. Ecco perché sulla copertina del saggio di Bozzi Sentieri il Quarto Stato di oggi esibisce cartelli con su scritto No al great reset e Roma VS Davos.