Intervista ad Andrea Sabaini

Ci parla di lei ?

Sono il segretario della FISASCAT-CISL di Verona, la categoria sindacale che rappresenta i lavoratori del vasto mondo del commercio, terziario, servizi e turismo.

La mia esperienza sindacale nasce come delegato all’interno delle Officine Grafiche Veronesi “Arnoldo Mondadori Editore” . Nel 1993 ho iniziato l’attività sindacale a tempo pieno nella categoria che rappresentava, rappresenta, i lavoratori grafici, cartai e, più in generale, i lavoratori della comunicazione nelle sue diverse declinazioni.

Dal ’93 ad oggi ho svolto diverse attività all’interno della CISL, assumendo responsabilità e ruoli politici, nell’accezione sindacale del termine, ma nel contempo anche tecnici, sovrapposizione tipica del lavoro sindacale sul territorio. Nel 2009 ho assunto l’attuale incarico.

La sua definizione di democrazia in azienda ?

La democrazia in azienda non può prescindere da un modello di relazioni improntato alla partecipazione. Dove partecipare implica, nel suo significato più forte, una possibilità reale, attraverso atti concreti , nel concorrere a determinare, su un piano di relativa uguaglianza tra soggetti, gli obiettivi principali dell’attività di una azienda. Quindi, democrazia in azienda significa partecipazione dei lavoratori alla governance. Mi spingo a dire: anche attraverso una partecipazione finanziaria. Andrebbero sostenute, in sede contrattuale, ma con un supporto anche legislativo e di politiche attive, forme di azionariato, intese, non necessariamente come risparmio individuale, ma come investimento collettivo finalizzato appunto alla governance.

E il suo punto di vista sulla democrazia in azienda ?

Preferirei concludere con un mio punto di vista sulla democrazia economica.

In Italia la maggioranza dei lavoratori sono impiegati in piccole o medie aziende, riferirsi alla democrazia in azienda si rischia di trasferire l’idea che a questi processi sia interessata solo la grande, grandissima impresa. Invece, sono convinto che molto dipenderà dall’affermarsi della partecipazioni dei lavoratori ai destini dell’impresa come dei lavoratori cittadini ai destini della comunità in cui vivono. E’ un processo culturale pervasivo, che può vedere coinvolti tutti gli attori sociali: politica, impresa, lavoratori e cittadini. Per dirlo in poche parole: democrazia economica come fondamento di un nuovo equilibrio tra diversi interessi, di una nuova coesione sociale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *