Ci parla di lei ?
Ho 27 anni e mi sono recentemente laureato, presso la Facoltà di Economia Marco Biagi, in relazioni di lavoro, corso di laurea magistrale indirizzato sulla gestione/amministrazione del personale. Dal settembre 2013 al marzo 2014 ho svolto, nell’ufficio personale e organizzazione di Volkswagen Group Italia, uno stage finalizzato alla stesura della mia tesi di laurea intitolata “contrattazione integrativa, retribuzione variabile e produttiva: il caso di Volkswagen Group Italia”. Durante questa esperienza ho avuto la possibilità di dimostrare come la contrattazione a livello nazionale abbia subito sostanziali modifiche a partire dal luglio del 1993, anno della firma dell’”Accordo sulla modifica degli assetti contrattuali” fra Governo e Parti Sindacali. Una visione fortemente partecipativa e non conflittuale ha permesso al colosso tedesco di avviare una vera e propria stagione centrata sul dialogo fra l’azienda e le rappresentanze sindacali culminata con la firma del primo contratto integrativo di partecipazione aziendale.
La sua definizione di democrazia in azienda?
Sicuramente definire il concetto di democrazia a livello aziendale non è semplice; cercare di conciliare gli obiettivi che devono raggiungere da un lato il management aziendale e dall’altro le rappresentanze sindacali non è affatto semplice e la conseguenza, riscontrata quotidianamente nelle aziende italiane, è uno scontro netto fra le parti che si ripercuote negativamente sul nostro sistema industriale. Fondamentale comunque per avere democrazia in azienda è la disponibilità, da parte di entrambe le parti in questione, al dialogo. Si ha democrazia in azienda quando, anche il singolo lavoratore tramite i suoi rappresentanti, ha la possibilità di poter apporre il proprio contributo alle scelte aziendali.
Il suo punto di vista sulla democrazia in azienda ?
E’ un obiettivo fondamentale che, ad oggi, per molte aziende risulta lontano dal poter essere raggiunto. Sicuramente, per poter parlare di democrazia è fondamentale avere un sistema di relazioni sindacali tale da consentire, ad azienda e sindacato, una discussione volta alla partecipazione e al raggiungimento di un obiettivo comune e non al conflitto. Le relazioni sindacali rappresentano il futuro dal quale il nostro paese deve ripartire.