La rivoluzione digitale ha preso il sopravvento e si è già affermata in alcuni settori, come nel terziario privato. Il commercio è il comparto in cui questa rivoluzione ha avuto l’impatto più forte negli ultimi anni, con la crescita esponenziale dell’ecommerce ma la trasformazione è evidente anche nei settori tradizionali del turismo e dei servizi. E’ una analisi sullo stato dell’arte quella che la Fisascat Cisl ha proposto nel corso della seconda giornata dei lavori del XIX Congresso Nazionale di categoria con una tavola rotonda sul tema “Il ruolo del sindacato del terziario, commercio e turismo di fronte alla sfida dell’innovazione tecnologica”.
Al centro del dibattito la necessità di ragionare sull’interazione tra lavoro e tecnologia con particolare riferimento al ruolo della contrattazione di settore rispetto all’avvento della quarta rivoluzione industriale ed alla crescente integrazione nei processi produttivi e di commercializzazione, che vanno dalla digitalizzazione della catena di produzione sino alle attività che contraddistinguono il post vendita.
E’í il moderatore della tavola rotonda Riccardo Staglianò, giornalista del quotidiano La Repubblica, a descrivere lo scenario di riferimento della gig economy e della sharing economy partendo dal vero significato che queste nuove economie hanno nel mondo e in Italia. Un dato su tutti: l’ecommerce cresce in modo esponenziale in tutto il globo. Solo in Italia il colosso Amazon realizza il 53% degli introiti, mentre Airbnb, dall’anno della fondazione nel 2010, ha superato in soli 6 anni i colossi del settore alberghiero come Marriot ed Hilton che ne detenevano il primato.
«I grandi numeri non si traducono in grandi opportunità per tutti – ha dichiarato Staglianò – Non c’è solo il problema del monopolio che poche piattaforme hanno creato. Ci sono anche le previsioni che i principali analisti stanno diffondendo: nell’ultimo vertice di Davos il World Economic Forum ha annunciato che nel 2020 si perderanno 5milioni di posti di lavoro. McKinsey stima antro il 2015 una perdita di 7milioni di posti di lavoro mentre l’economista Andey Haldane della Bank of England, parla di 15milioni di posti di lavoro persi».
Per l’economista Alberto Berrini, intervenuto ai lavori congressuali, «lo scenario macroeconomico si complica con líinnovazione tecnologico». Berrini individua una possibile risposta nel modello partecipativo in cui i lavoratori dovranno essere sempre più protagonisti nei nuovi processi produttivi.
Con l’innovazione tecnologica cresce il mercato delle imprese dell’Information Communication Technology, come ha spiegato Giorgio Rapari, presidente di Assintel, l’associazione nazionale delle imprese del settore. «Il Mercato IT è lo specchio della trasformazione digitale e solo nel primo trimestre del 2017 ha registrato una crescita del 3,7%. Aumentano gli investimenti in innovazione, ma cresce il divario tra le grandi aziende e le piccole e medie imprese che si ritrovano ad essere il fanalino di coda nel digitale»
Ma quale quale sarà il ruolo dei corpi intermedi e del sindacato in questo nuovo scenario? E’ il segretario generale della Fisascat Cisl Pierangelo Raineri ad indicare la strada negoziale: «Contratti di dinamici e innovativi, a tutti i livelli, capaci di proporre nuovi modelli organizzativi del lavoro. Inoltre crediamo fortemente come sindacato che sarà necessario intervenire sulla leva della formazione professionale, se davvero vogliamo contribuire alla creazione di lavoro qualificato in grado di inserirsi nei nuovi processi produttivi».
Il tema è sentito fortemente anche dal sindacato europeo, come conferma nel suo intervento Franca Salis Madinier, segretario nazionale della Cfdt, la confederazione francese democratica del lavoro, quest’anno diventata in Francia il primo sindacato dei servizi privati. «Siamo solo all’inizio del percorso, sarà necessario rafforzare il dialogo sociale e favorire, attraverso la contrattazione transnazionale e nei diversi Paesi, come anche attraverso i comitati aziendali europei, la partecipazione dei lavoratori».
Resta dunque centrale il ruolo del lavoro e dell’uomo. Non è una novità in casa Cisl, ma è questo il tempo di ribadirlo con forza e determinazione, come ha sottolineato il segretario generale Annamaria Furlan concludendo la sessione congressuale della categoria cislina. «Il sindacato deve fare un passo avanti; deve continuare a farsi carico dei problemi dei lavoratori accentuati dalla crisi ed allo stesso tempo guardare all’innovazione. La contrattazione dovrà perseguire l’obiettivo di una partecipazione molto più forte, potenziata dal nuovo modello contrattuale che insieme alla rappresentanza imprenditoriale stiamo definendo».
La giornata congressuale ha visto anche la presentazione di tre pubblicazioni realizzate dalla federazione cislina: la prima “L’evoluzione dei servizi nell’era digitale”, la seconda “indagine di mercato sul movimento turistico nel 2016 pre e post Giubileo” e la terza “Indagine di Mercato sulla globalizzazione del Turismo”.
Il congresso proseguirà domani con la tavola rotonda sul tema “Il ruolo del sindacato dei servizi nella società cambia”. Tra i relatori Carlos West Ocampo e Adrian Durtschi, presidente di Unigloblal Union Unicare, rispettivamente presidente e direttore del sindacato internazionale della cura e del benessere delle persone, Padre Francesco Ciccimarra, presidente di Agidae, l’associazione gestori istituti dipendenti dell’autorità ecclesiastica, Franco Fraioli, docente di medicina all’Università La Sapienza, Barbara Polistena, responsabile dell’area di farmaco-economia e statistica sanitaria di Crea Sanità dell’Università Tor Vergata di Roma.
E’í il moderatore della tavola rotonda Riccardo Staglianò, giornalista del quotidiano La Repubblica, a descrivere lo scenario di riferimento della gig economy e della sharing economy partendo dal vero significato che queste nuove economie hanno nel mondo e in Italia. Un dato su tutti: l’ecommerce cresce in modo esponenziale in tutto il globo. Solo in Italia il colosso Amazon realizza il 53% degli introiti, mentre Airbnb, dall’anno della fondazione nel 2010, ha superato in soli 6 anni i colossi del settore alberghiero come Marriot ed Hilton che ne detenevano il primato.
«I grandi numeri non si traducono in grandi opportunità per tutti – ha dichiarato Staglianò – Non c’è solo il problema del monopolio che poche piattaforme hanno creato. Ci sono anche le previsioni che i principali analisti stanno diffondendo: nell’ultimo vertice di Davos il World Economic Forum ha annunciato che nel 2020 si perderanno 5milioni di posti di lavoro. McKinsey stima antro il 2015 una perdita di 7milioni di posti di lavoro mentre l’economista Andey Haldane della Bank of England, parla di 15milioni di posti di lavoro persi».
Per l’economista Alberto Berrini, intervenuto ai lavori congressuali, «lo scenario macroeconomico si complica con líinnovazione tecnologico». Berrini individua una possibile risposta nel modello partecipativo in cui i lavoratori dovranno essere sempre più protagonisti nei nuovi processi produttivi.
Con l’innovazione tecnologica cresce il mercato delle imprese dell’Information Communication Technology, come ha spiegato Giorgio Rapari, presidente di Assintel, l’associazione nazionale delle imprese del settore. «Il Mercato IT è lo specchio della trasformazione digitale e solo nel primo trimestre del 2017 ha registrato una crescita del 3,7%. Aumentano gli investimenti in innovazione, ma cresce il divario tra le grandi aziende e le piccole e medie imprese che si ritrovano ad essere il fanalino di coda nel digitale»
Ma quale quale sarà il ruolo dei corpi intermedi e del sindacato in questo nuovo scenario? E’ il segretario generale della Fisascat Cisl Pierangelo Raineri ad indicare la strada negoziale: «Contratti di dinamici e innovativi, a tutti i livelli, capaci di proporre nuovi modelli organizzativi del lavoro. Inoltre crediamo fortemente come sindacato che sarà necessario intervenire sulla leva della formazione professionale, se davvero vogliamo contribuire alla creazione di lavoro qualificato in grado di inserirsi nei nuovi processi produttivi».
Il tema è sentito fortemente anche dal sindacato europeo, come conferma nel suo intervento Franca Salis Madinier, segretario nazionale della Cfdt, la confederazione francese democratica del lavoro, quest’anno diventata in Francia il primo sindacato dei servizi privati. «Siamo solo all’inizio del percorso, sarà necessario rafforzare il dialogo sociale e favorire, attraverso la contrattazione transnazionale e nei diversi Paesi, come anche attraverso i comitati aziendali europei, la partecipazione dei lavoratori».
Resta dunque centrale il ruolo del lavoro e dell’uomo. Non è una novità in casa Cisl, ma è questo il tempo di ribadirlo con forza e determinazione, come ha sottolineato il segretario generale Annamaria Furlan concludendo la sessione congressuale della categoria cislina. «Il sindacato deve fare un passo avanti; deve continuare a farsi carico dei problemi dei lavoratori accentuati dalla crisi ed allo stesso tempo guardare all’innovazione. La contrattazione dovrà perseguire l’obiettivo di una partecipazione molto più forte, potenziata dal nuovo modello contrattuale che insieme alla rappresentanza imprenditoriale stiamo definendo».
La giornata congressuale ha visto anche la presentazione di tre pubblicazioni realizzate dalla federazione cislina: la prima “L’evoluzione dei servizi nell’era digitale”, la seconda “indagine di mercato sul movimento turistico nel 2016 pre e post Giubileo” e la terza “Indagine di Mercato sulla globalizzazione del Turismo”.
Il congresso proseguirà domani con la tavola rotonda sul tema “Il ruolo del sindacato dei servizi nella società cambia”. Tra i relatori Carlos West Ocampo e Adrian Durtschi, presidente di Unigloblal Union Unicare, rispettivamente presidente e direttore del sindacato internazionale della cura e del benessere delle persone, Padre Francesco Ciccimarra, presidente di Agidae, l’associazione gestori istituti dipendenti dell’autorità ecclesiastica, Franco Fraioli, docente di medicina all’Università La Sapienza, Barbara Polistena, responsabile dell’area di farmaco-economia e statistica sanitaria di Crea Sanità dell’Università Tor Vergata di Roma.
(www.fisascat.it, 25.05.2017)