Il test dell’azienda Manfrotto, i lavoratori ora entrano in consiglio.

Per chi crede alla partecipazione dei lavoratori alle decisioni di impresa una luce si è accesa a Nordest. Nello scorso aprile il gruppo Vitec Manfrotto aveva chiuso con i sindacati un accordo-quadro che ora è stato spiegato in tutti i suoi contenuti. Il gruppo è fornitore globale di prodotti e servizi per il mercato del broadcast e della fotografia, è quotato a Londra e ha acquisito alla fine degli anni ‘80 la società veneta fondata dal fotografo Lino Manfrotto.

Stiamo parlando di una multinazionale che accetta di innovare le relazioni industriali facendo «da apripista alla contrattazione 4.0», come ha sottolineato il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli. L’intesa, che interessa i 500 addetti dei tre stabilimenti di Feltre e del quartier generale di Cassola, riguarda diverse materie ma in primo luogo la partecipazione declinata in gruppi di lavoro permanenti azienda-lavoratori su condizioni e organizzazione del lavoro.

Quella che viene definita «partecipazione strategica» prevede poi coinvolgimento e consultazione preventiva dei sindacati e l’inserimento di un rappresentante all’interno del board della divisione nella fase di elaborazione del piano strategico. E’ uno schema che attinge dalle esperienze della cogestione tedesca e svedese e che si rende possibile in Veneto per un tessuto di relazioni sindacali «complici». Lavoratori e impresa hanno realizzato che nell’economia moderna sono dalla stessa parte, non rinunciano alla difesa dei rispettivi interessi, negoziano intese che fotografano gli equilibri raggiunti tra proprietà e lavoro e soprattutto li proiettano in un orizzonte di medio periodo. Di conseguenza la «complicità» diventa sfida sulla formazione, sui piani futuri, sul reciproco consenso, sulla gestione del 4.0. Ulteriore riprova del valore del caso Manfrotto viene dalla scelta di creare un passaporto della professionalità per certificare il percorso formativo individuale. Vedremo se sulla scorta di quest’accordo-pilota la partecipazione conoscerà un revival. E’ probabile che nel dibattito congressuale della Cgil faccia la sua ricomparsa e nel frattempo vedremo anche l’evoluzione di un altro esperimento, quello Alcoa, voluto dall’ex ministro Carlo Calenda.

(www.corriere.it)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *