Stop al contratto nazionale, via libera al salario minimo garantito per tutti i lavoratori e aumento degli incentivi, sotto forma di crediti d’imposta o detrazioni, per favorire la contrattazione aziendale. Sono questi i punti della riforma dei contratti di lavoro a cui sta lavorando il governo, dopo che il negoziato Confindustria-sindacati per arrivare a un accordo condiviso sembra ormai finito su un binario morto.
(…) La svolta studiata da Matteo Renzi, però, non piace né a Confindustria né ai sindacati che temono di perdere consensi nelle rispettive basi.
(M. Di Branco, L’Espresso, 23.12.2015)