SISTEMA DI INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE
La partecipazione rappresenta un avanzamento importante delle relazioni sindacali e costituisce un elemento di una nuova cultura organizzativa caratterizzata dalla maggiore responsabilizzazione delle Parti per lo sviluppo del sistema e delle condizioni dei lavoratori.
Una maggiore partecipazione dei lavoratori caratterizza infatti le imprese del futuro e costituisce il tratto più solido delle imprese innovative. Si tratta di prevedere organismi e procedure a livello dell’impresa o delle sue articolazioni organizzative per garantire ai lavoratori:
– il diritto di informazione che implica la messa a disposizione, tempestiva ed esauriente delle informazioni alla RSU, al fine di permettere a quest’ultima di conoscere le circostanze e di formarsi una propria opinione in proposito;
– il diritto di consultazione che implica un dialogo attivo tra la rappresentanza dei lavoratori e la direzione aziendale. L’obiettivo della consultazione è quello di garantire il diritto di obiezione e di iniziativa relativamente ai casi trattati, fermo restando la libertà delle parti;
– il diritto di partecipazione che comporta il diritto di controllo e di iniziativa della rappresentanza dei lavoratori per permettere a quest’ultima di partecipare attivamente alle decisioni e di eventualmente condividerne le finalità Proponiamo una gamma di strumenti, da rapportare alle specifiche realtà con diversa scala di efficacia e con diverse possibilità di sviluppo. A partire dal sistema di informazione e consultazione del Ccnl, dalla contrattazione presente in numerose aziende, dalla contrattazione territoriale e dalla bilateralità per le aziende più piccole, all’informazione e consultazione prevista dalla direttiva europea e dal Ccnl nelle aziende oltre i 50 dipendenti, fino al sistema duale con la presenza nei comitati di sorveglianza e nella governance d’impresa, che caratterizza diverse multinazionali di livello mondiale.
In particolare:
– va effettuata la revisione del sistema di informazioni e dei vari istituti che vanno accorpati, semplificati e resi più certi;
– vanno potenziati diritti informativi e consultivi e procedure, prevedendo anche la partecipazione di esperti di parte, con attenzione ai temi delle politiche industriali, ambientali e delle scelte strategiche, con la formulazione di pareri consultivi da parte sindacale;
– va data una migliore evidenza alle materie oggetto d’informazione e consultazione;
– vanno sperimentate di forme di partecipazione avanzate, di tipo strategico e organizzativo, prevedendo modalità di partecipazione in organismi di controllo e di gestione delle aziende;
– devono essere definite proposte per diffondere pratiche di responsabilità sociale e l’adozione di codici etici aziendali (Csr).
A LIVELLO NAZIONALE
Vanno ristrutturati, accorpati e resi effettivi gli osservatori e le commissioni già previste dai contratti in vigore. L’obiettivo è quello di costituire sedi di consultazione effettiva e permanente sulle materie già individuate dai precedenti contratti, snellendone la composizione e garantendo la effettiva funzionalità.
A LIVELLO TERRITORIALE
Vanno ristrutturati, accorpati e resi effettivi gli osservatori e le commissioni già previste dai contratti in vigore. L’obiettivo è quello di costituire sedi di consultazione effettiva e permanente sulle materie già individuate dai precedenti contratti, snellendone la composizione e garantendo la effettiva funzionalità.
A LIVELLO AZIENDALE
Fermo restando quanto definito dagli accordi aziendali in materia di informazione, consultazione e partecipazione, che si intende in questa sede confermare e valorizzare, così come le prassi adottate a livello aziendale, si propone di adottare le seguenti modalità per rendere effettivi i diritti di informazione, consultazione e partecipazione.
SESSIONE INFORMATIVA A LIVELLO AZIENDALE
Per tutte le aziende sopra i 50 addetti, sono previsti 2 incontri annuali (indicativamente a febbraio e a settembre) nei quali l’azienda fornirà informazioni dettagliate su: andamento economico produttivo, bilancio e previsioni di bilancio, investimenti, ricerca e sviluppo, politiche dell’occupazione (previsioni, tipologie, personale maschile e femminile anche in relazione a quanto stabilito dalla legge 125/91), formazione e sviluppo professionalità, politiche retributive, appalti.
Inoltre per le aziende che hanno concordato un premio di risultato i 2 incontri annuali potranno anche essere la sede per la verifica dell’andamento degli indicatori che sono alla base del PDR e per una consultazione su eventuali correzioni da introdurre. Al termine di ogni sessione va redatto un verbale di avvenuta trasmissione delle informazioni.
COMMISSIONE AZIENDALE CONSULTIVA (PARITETICA): prevista nelle aziende sopra i 300 addetti su: formazione, professionalità, inquadramento professionale, organizzazione del lavoro e orari, occupazione, apprendistato, tipologie contrattuali, rispetto principi di non discriminazione, premio di risultato, monitoraggio periodico degli indicatori.
I componenti di parte sindacale potranno fornire un loro parere anche scritto sugli argomenti in discussione. In questo ambito verranno fornite anche le informazioni previste per tutte le aziende con più di 50 addetti. Al termine di ogni sessione va redatto un verbale di avvenuta consultazione e/o trasmissione delle informazioni.
COMITATO AZIENDALE DI PARTECIPAZIONE (PARITETICO): per aziende sopra i 1000 addetti Il Comitato di partecipazione sostituirà le commissioni aziendali assorbendone anche le funzioni. Saranno inoltre oggetto di consultazione le scelte strategiche attinenti a cambiamenti degli assetti societari, ristrutturazioni, terziarizzazioni, politiche degli investimenti e della ricerca, ricadute produttive e occupazionali, report periodici sull’andamento aziendale, politiche di risparmio ed efficienza energetica di cui all’avviso comune Confidustria-CGIL-CISL e UIL del dicembre 2011. Sulle materie oggetto di consultazione va redatto un parere condiviso. In caso di mancata condivisione le rappresentanze dei lavoratori possono far pervenire un parere scritto. I componenti il Comitato aziendale di partecipazione devono essere messi nelle condizioni di conoscere a fondo l’oggetto della discussione. Per consentire una comune conoscenza e approccio ai problemi, è prevista una formazione congiunta rivolta ai componenti del Comitato aziendale di partecipazione. Modalità e contenuti della formazione verranno convenuti all’atto della costituzione del Comitato (anche sulla base di schemi redatti nell’ambito del Comitato Paritetico Nazionale) e i corsi potranno concorrere al finanziamento di Fondimpresa. I partecipanti al Comitato sono tenuti alla riservatezza per le informazioni e al rispetto del segreto industriale su fatti e dati di cui vengono a conoscenza e che vengano qualificati come “riservati”. Oltre alle aziende con più di mille dipendenti, anche le imprese che fanno parte di gruppi (con più di 2 siti) anche se complessivamente non raggiungono i 1000 addetti. Per le Imprese transnazionali con presenza del Cae: Costituzione del Comitato strategico aziendale (o in alternativa verificare se non si può ricomprendere nel Comitato Aziendale di Partecipazione aggiungendo compiti e funzioni per le imprese transnazionali).
(FIM-CISL e UILM-UIL nazionali, 16.07.2015)
FIM-CISL e UILM-UIL nazionali sono organizzazioni d’onore e non voglio far loro torto ma, per quanto siano da sempre attente al tema “partecipazione”, continuano a declinarlo secondo i consueti, frusti stereotipi, sviluppando un kamasutra poco dilettevole e poco efficace. Infatti, sotto il titolo partecipazione leggo informazione e consultazione ma la partecipazione non vedo.
D’altronde è ben noto quanto Confindustria e, ancor più, Federmeccanica siano ostili a un discorso di vera e propria partecipazione, tuttavia FIM-CISL e UILM-UIL nazionali, se fossero veramente convinte della necessità di una nuova stagione contrattuale, dovrebbero proporre altro, di più, fino alla co-decisione o alla co-gestione e alla com-partecipazione agli utili di gestione.
Chiaramente, seguendo gli schemi classici della negoziazione sindacale – anche se in un risultato come quello sopra indicato la logica win-win è implicita – bisognerebbe proporre delle contropartite che, però, sono facili da immaginare e rientrano nelle aspettative imprenditoriali di sempre.
Parlo di: pace sindacale per tutta la durata dell’accordo; fiducia nella obbiettività del management, fino a prova contraria; piena esigibilità di tutte le clausole contrattuali, seguendo la regola dell’adempimento prima della contestazione; procedure di raffreddamento dei conflitti; procedure di conciliazione o arbitrato. Tutte cose che, poi, sono funzionali alla partecipazione.
Una proposta del sindacato meccanico così ambiziosa potrebbe scuotere molti alberi di quella foresta pietrificata che è la contrattazione aziendale e potrebbe convincere molti imprenditori, anche piccoli e medi, della opportunità di procedere oltre, su una strada già da loro in certa parte seguita, ma tenendosi ben lontani dal sindacato.