Mentre tutti gli occhi in Italia sono puntati sulla sua progressiva crescita in Mediobanca (e le eventuali mosse sulla controllata Generali), Leonardo Del Vecchio è impegnato in queste settimane in una partita per lui più importante, in Francia, in quella Parigi dove ha fuso la sua Luxottica con Essilor. Il dossier a cui tiene di più, proprio perché riguarda l’azienda da cui è partito.
Sono settimane delicate. A marzo il consiglio di amministrazione della holding che ha integrato le lenti di Essilor con le montature e la distribuzione di Luxottica depositerà la lista dei nomi che andranno a comporre il prossimo Cda di Essilux, come preferisce chiamarla più brevemente Del Vecchio. La lista va depositata 40 giorni prima dell’assemblea, che solitamente si tiene a metà maggio. Per l’11 marzo è già in programma una riunione del consiglio di amministrazione di EssilorLuxottica convocato per approvare i conti annuali: verosimilmente, lo stesso giorno potrebbero uscire anche i nomi proposti quali componenti del Cda del prossimo triennio. Le discussioni con il partner francese sono in corso con l’obiettivo di arrivare a proporre una lista unitaria del consiglio. Anche perché la prossima assemblea segna un cambio fondamentale: la fine della governance paritaria che ha contraddistinto il gruppo dalla sua costituzione e che ha creato non poche tensioni.
Come è noto, la fusione tra la società italiana e quella francese ha avuto un percorso accidentato in questi tre anni per via della governance che assegnava uguali poteri a due soci con pesi azionari differenti: i dipendenti ed ex dipendenti Essilor, riuniti nell’associazione Valoptec, con il 4,3% e la Delfin di Del Vecchio con il 32,2% (ma diritti di voto per il 31%). Il fondatore di Luxottica preferì affrontare le difficoltà di una scelta di questo tipo pur di arrivare alla fusione con Essilor, alla quale aveva guardato per anni. Per rispondere alla governance paritaria, ciascuno dei due gruppi ha avuto finora lo stesso numero di consiglieri (8), con uguali poteri al vertice condivisi tra soci italiani e soci francesi. Ma nel passare dei tre anni i contrasti, che erano arrivati fino in tribunale, si sono invece via via assestati, fino all’ultimo atto, avvenuto poco prima di Natale: l’uscita del vice presidente esecutivo di Essilux Hubert Sagnières, con il quale lo scontro era stato forte. E l’attribuzione delle deleghe di amministratore delegato a Francesco Milleri, ovvero al manager che da sempre Del Vecchio aveva indicato come la persona giusta quale guida operativa del gruppo(vice ceo è Paul du Saillant)
Nel Cda di Essilux un ruolo particolare e decisivo hanno i lavoratori, presenti con tre consiglieri: due sono espressione del sindacato e uno della stessa Valoptec nella figura dell’attuale presidente Juliette Favre. L’essociazione dei dipendenti-azionisti per statuto siede anche nel comitato strategico e nel comitato per l’integrazione. Nel passato più recente i tre consiglieri espressione dei lavoratori sono stati in sintonia con quelli di parte italiana, quando in primavera vennero adottate misure a favore dei 150mila dipendenti del gruppo nel mondo, agevolando un dialogo più sereno tra i due fronti.
Complessivamente EssilorLuxottica può avere un Cda formato da un massimo di 20 persone, compresi i rappresentanti dei lavoratori (due previsti da statuto che, nell’attuale consiglio, sono espressi da Essilor) e degli azionisti-dipendenti. È probabile che la lista allo studio non coprirà tutti i 18 posti disponibili, anche considerando che il consiglio in carica è composto da 16 membri. Va ricordato che i voti, come sempre, andranno espressi su ogni singolo nome proposto, e non sull’intera lista. La Delfin di Del Vecchio può certamente contare sull’appoggio, tra gli altri, di Giorgio Armani, possessore di un 2% di azioni EssilorLuxottica, e almeno di alcuni fondi.
Intanto il gruppo italo-francese prosegue nella propria strategia. La settimana scorsa si è rimesso in moto il processo per l’acquisizione di GrandVision, la rete di negozi di Hal. L’antitrust Ue ha messo a punto un «pacchetto dei rimedi» e ora avvierà il consueto test sul mercato di settore per arrivare a un via libera il 12 aprile. Prima, però, ci sarà una nuova puntata dello scontro giudiziario tra EssilorLuxottica e Hal: il 22 febbraio si terrà a Rotterdam l’udienza di appello. L’acquisizione fu decisa pre-Covid e adesso il mercato si attende uno sconto nel prezzo, come è avvenuto nel caso di Lvmh con Tiffany. Così come il mercato si interroga su possibili sviluppi dell’alleanza che Essilux ha annunciato nei giorni scorsi con la californiana CooperCompanies: una joint venture paritaria per l’acquisizione di SightGlass Vision, azienda statunitense di sviluppo di lenti da vista innovative per ridurre la progressione della miopia tra i bambini. Non si sa se sia il primo passo per alleanze più ampie, ma certamente la cura della miopia, sempre più diffusa nel mondo, è parte della strategia sull’asse Agordo-Parigi.