La partecipazione dei lavoratori nell’impresa è un argomento che è tornato all’attenzione di esperti giuslavoristi, sociologi del lavoro, imprenditori e sindacati e loro rappresentanti, professional e manager delle funzioni risorse umane, consulenti (del lavoro, fiscalisti e società di compensation) a valle della nuova normativa introdotta dalla legge di stabilità 2016. Le parole chiave sono: detassazione, produttività (ma anche redditività, efficienza e qualità), welfare aziendale, volontarietà. Retribuzioni più elevate per i lavoratori e costo del lavoro più contenuto per le imprese.
Alchimia o magia?
No, effetto della PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI dipendenti dell’impresa, non attraverso un generico coinvolgimento che generi incremento del senso di appartenenza, ma in virtù di meccanismi e strumenti d’integrazione che consentano di definire congiuntamente obiettivi, parametri e KPI per raggiungere risultati aziendali positivi e duraturi.
A partire da ciò è auspicabile che si possa ricercare un nuovo SIGNIFICATO dell’essere e sentirsi parte nell’impresa, vuoi che ci si orienti alla PARTECIPAZIONE AZIONARIA, ECONOMICA O PROFESSIONALE
Una sfida anche per il sindacato degli imprenditori e dei lavoratori i quali si sono impegnati maggiormente su altri temi sinora (normative sulla flessibilità e i costi gli uni, il salario e l’orario gli altri) e che, auspicabilmente, potrebbero trovare nuovi temi per un confronto dialettico.
Un nuovo potenziale modo, quindi, di affrontare il tema del POTERE, non più, o almeno non solo RIPARTITIVO/CONFLITTUALE, ma GENERATIVO/PARTECIPATIVO.
In quest’ottica è auspicabile che il Premio di Risultato, che nel CCNL dei chimici si chiama Premio di Partecipazione, sia finalmente finalizzato a reali miglioramenti di redditività, produttività e qualità e che detti parametri possano essere compresi e se possibile condivisi dalle parti (impresa e sindacato dei lavoratori), monitorati e misurati congiuntamente.
Un sfida cui potremo partecipare.
(M. Carcano, R. Ferrari, blog.aidp.it, 19.04.2016)