Contratti, sindacati divisi sul tavolo della riforma.

Sulla riforma della contrattazione i sindacati restano divisi. All’indomani dell’annuncio del presidente di Confindustria che aveva dichiarato «chiuso» il tavolo interconfederale per «assenza di margini di manovra», ieri sono emerse nuovamente le distanze tra le tre confederazioni.


Annamaria Furlan (Cisl) è decisa a far ripartire il tavolo tra le parti sociali per non lasciare la partita in mano al governo; in mezzo la Uil di Carmelo Barbagallo, pronta a sedersi al tavolo, chiede segnali dai tavoli in corso per il rinnovo dei contratti. Mentre Susanna Camusso (Cgil) considera prioritaria prima la chiusura dei contratti ed ha attaccato Squinzi: «La dichiarazione di Confindustria è straniante. Se non fosse un tema serissimo – ha detto – bisognerebbe dire siccome il pallone non è quello con cui gioco io allora non gioco più e me ne vado, come se le trattative fossero dei luoghi in cui uno fa la sua proposta e se la controparte non è d’accordo con quell’ipotesi allora non si gioca più». Nella replica il presidente di Confindustria ha ricordato i tentativi proseguiti per mesi al tavolo di confronto.

(…) Chiuso il capitolo “legge di stabilità” il governo intende elaborare una proposta da presentare alle parti sociali, se nel frattempo non avranno raggiunto un accordo complessivo. «Abbiamo bisogno di una contrattazione più vicina alle imprese, al territorio – ha aggiunto Poletti -. Più caricata dal punto di vista della produttività. O le parti sociali troveranno il modo di far ripartire questo confronto e produrre un’intesa, oppure il governo si prenderà la propria responsabilità cercando di interpretare l’interesse generale del Paese». L’intervento legislativo del governo, oltre al capitolo della contrattazione – in direzione di un deciso sviluppo dei contratti decentrati – si estenderà al tema della misurazione della rappresentanza sindacale, della partecipazione dei lavoratori all’impresa e del salario minimo.

(G. Pogliotti, www.ilsole24ore.com, 08.10.2015)

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