Il percorso seminariale sulla Cooperazione avviato lo scorso 18 Maggio 2018 ad Ascoli Piceno con il titolo “…. E si fece Impresa”, ha visto svolgersi venerdì 13 Luglio 2018 a Roma, presso l’Accademia della Cooperazione, via dello Scalo Ferroviario di San Lorenzo 16, il suo secondo appuntamento dal titolo “….E perché si fece Impresa” . A questi due primi appuntamenti, seguiranno a breve due ulteriori iniziative di cui la prossima a fine Settembre a Perugia e l’ultima a fine Ottobre a Bologna.
Con questo secondo seminario, prende pienamente corpo il percorso formativo iniziato il 31 Maggio 2015, con il seminario “Il nostro lavoro : cosa come e perché sta cambiando” rivolto inizialmente ai soci cooperatori. Un percorso, implementato più recentemente con il libro “Immagini parlanti” , che verrà completato con la realizzazione degli ultimi due dei quattro seminari rivolti ai Coordinatori, Quadri e Dirigenti cooperativi e ad altre tipologie d’impresa che in filiera imprenditoriale siano in grado di condividere le idee guida di un modello partecipativo dei propri lavoratori e una visione d’impresa orientata al lungo periodo.
Aprendo i lavori del seminario il Presidente del Gruppo CLS, Mario Terra, procede alla inaugurazione della sede dell’Accademia Romana della Cooperazione, rappresentandola quale luogo ideale deputato ad accogliere tutte le future attività informative e formative per i soci lavoratori del Gruppo CLS; l’Accademia sarà anche una sede informativa, formativa e convegnistica aperta al territorio e ai giovani, oltre che alle imprese, associazioni e cittadini su tematiche quali l’educazione civica, l’economia e la responsabilità sociale d’impresa, al fine di favorire le condizioni di sviluppo necessarie alla creazione di nuova occupazione, il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori nella pratica dei principi cooperativi. A tale scopo il presidente annuncia che le prime attività formative e informative avviate saranno rivolte ai soci, ai figli dei soci e ai giovani del territorio per far loro conoscere e rigenerare i valori etici e i princìpi della cooperazione oggi indeboliti, l’educazione civica, il senso di appartenenza e la partecipazione attiva alla comunità di impresa e nel territorio.
Sono state quindi presentate le mappe dei progetti del Gruppo CLS:
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Prospettiva lavoro
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Prospettiva consumo e vivibilità
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Accademia Romana della Cooperazione
Ha poi preso la parola il Presidente di Confcooperative Roma, Marco Marcocci, facendo riferimento alle molteplici modalità di attuazione della partecipazione dei soci lavoratori all’impresa cooperativa: strategica, gestionale, incisiva, formale, progettuale, organizzativa, diretta, economica, azionaria, finanziaria….. tutte nel tempo oggetto di studi e analisi approfondite, tutte fondate su un punto di partenza comune: la partecipazione è un’opportunità offerta dal contesto sociale e normativo e, al contempo, una scelta individuale di praticarla da parte delle persone.
Con l’attuazione dei principi cooperativi, ha proseguito Marcocci, – una testa un voto, utili destinati a riserva indivisibile ai fini del patrimonio intergenerazionale, partecipazione dei soci alle decisioni strategiche nel perseguimento degli scopi sociali della singola impresa cooperativa – è possibile perseguire gli interessi generali del territorio in cui la impresa cooperativa nasce e opera, assumendo, come soci, comportamenti tesi al rispetto e cura dell’ambiente e, pertanto, alla sostenibilità economica e sociale nel lungo periodo, con particolare attenzione alle generazioni future.
L’incontro è proseguito con la relazione di Mario Mazzoleni, professore associato di Economia Aziendale presso l’Università di Brescia, che ha subito affrontato il tema delle responsabilità attuali dei cooperatori:
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la prima, “Voi verso Voi stessi”, attiene all’obbligo di mantenere vivo, nel passaggio intergenerazionale, il modello partecipativo della cooperativa che si fa impresa raccontandolo e valorizzandolo;
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la seconda, essere orgogliosi e consapevoli, raccontandolo, di quello che siete, di quello che fate e del piacere di lavorare per una cooperativa che si fa impresa;
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la terza è quella relativa al sistema esterno, che vi chiede di condividere e divulgare le idee guida di un modello cooperativo che si fa impresa partecipata con una visione di lungo periodo.
Le imprese che hanno avuto più successo sono state quelle che, adottando l’approccio partecipativo e visioni di lungo periodo, hanno raggiunto eccellenti risultati in termini di produttività e di motivazione dei lavoratori.
I cooperatori hanno “l’obbligo morale” di proseguire la contrapposizione alla deriva che sembrava aver colpito il movimento cooperativo durante il periodo della crisi economica mondiale, fondata sul perseguimento di modelli di finanziarizzazione dell’impresa cooperativa, rimettendo la persona al centro di ogni processo economico e organizzativo.
E’ stato poi letto un contributo di pensiero da parte di Goffredo di Palma, partner di Mitbestimmung, l’osservatorio sulla partecipazione dei lavoratori all’impresa, che ha sottolineato come il modello partecipativo sia per il mondo della cooperazione il naturale punto di partenza per ideare un costante percorso di rinnovamento, sostenuto da idonei processi formativo culturali e mirato nel tempo a:
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colmare lo spazio vuoto tra il mondo produttivo e quello etico-responsabile, facendosi supportare dalla teologia della dottrina sociale della Chiesa e, mettendo al centro le questioni ambientali ed il diritto al lavoro per la dignità dell’essere umano, anche ai sensi dei dettami costituzionali, (art. 1, 41 e 45);
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non arrendersi alla perdita delle garanzie sociali, supportando questi aspetti con la adozione di idonee normative istituzionali e giuslavoristiche;
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perseguire una visione imprenditoriale fondata sul profitto come mezzo e non come fine.
La partecipazione dei lavoratori è un tema su cui in Italia non si è mai sviluppata la volontà di formalizzare una normativa in merito, contrariamente a quanto avvenuto in Germania, Francia e Scandinavia, dove seppur con modalità diverse, l’approccio partecipativo è fortemente radicato e applicato.
Ma ogni territorio ha una propria storia e un proprio futuro, determinati dalla cultura e dal rispetto nel tempo di costanti e istituzionalizzati processi formativi, orientati a trasmettere ai giovani le fondamentali nozioni di educazione civica e di partecipazione attiva alla vita sociale ed economica del proprio paese. In Italia il seme della partecipazione è una componente fondamentale di quello che potremmo definire “l’orgoglio cooperativo”, cioè la consapevolezza dei cooperatori di essere eredi e depositari di un’etica e di una visione imprenditoriale che deve essere vissuta, comunicata, innovata e tramandata come fondamentale patrimonio intergenerazionale.
Giancarlo Cortazzo, responsabile della misura relativa al fondo di rotazione Fon. Coop., ha illustrato le caratteristiche e le risorse del fondo per la formazione delle imprese cooperative, specificandone le procedure di accesso.
Antonina Lucantonio ha quindi coordinato un interessante dibattito a cui hanno preso parte i relatori, ai quali si sono uniti Gianni Cialfi, Segretario di ACL – Associazione Cooperatori della Logistica, e Luigi De Cesaris in rappresentanza di un gruppo di cooperative del settore trasporto persone e Taxi.
ACL è divenuta nel tempo la naturale e necessaria risposta all’assenza di identità, rappresentanza e rappresentatività di un settore che ha visto nel tempo alimentare l’instabilità del settore con la ricerca del massimo ribasso sul costo del lavoro, negando di fatto la sostenibilità economica e la sicurezza sugli appalti e rendendo in pratica impossibile l’applicazione di un CCNL di riferimento peraltro scaduto da tre anni e non ancora rinnovato.
Al termine del dibattito Laura Castellani, in rappresentanza della Fondazione Universitaria Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie, ha illustrato ai presenti il progetto di alta specializzazione tecnica post diploma, recentemente approvato dal MIUR; progetto condiviso e finalizzato alla definizione e formazione di una nuova figura professionale nell’ambito della mobilità delle merci e delle persone, in grado di sviluppare competenze specifiche sulla infomobilità e sulle infrastrutture logistiche tipiche dei CDU (Centri Distribuzione Urbana).
Nel riprendere la parola verso la conclusione dei lavori, Mazzoleni ha sottolineato la necessità attuale di avviare come cooperatori un indispensabile processo di rinnovamento fondato sul rispetto delle regole, delle normative e dei principi basilari di legalità, soddisfacendo in primis i bisogni per cui le persone si impegnano a promuovere e a far nascere nuove imprese cooperative attraverso il coinvolgimento e la partecipazione.
I vertici di CLS devono porre la massima attenzione sulla trasparenza delle scelte strategiche e gestionali, promuovendo e attivando il ricambio generazionale, consultando e facendo partecipi i soci, attraverso la pianificazione di strutturate e periodiche attività di informazione, formazione, aggiornamento e condivisione di buone prassi.
Quando è partecipata, la Cooperazione resta la migliore applicazione formale e sostanziale del principio di libera scelta per la persona; soddisfa i bisogni primari di sicurezza delle persone, rafforzando l’inclusione sociale e la condivisione del sapere, due fattori determinanti per uno sviluppo realmente sostenibile.
La conclusione della giornata di lavori seminariali è stata affidata Monsignor Guerino di Tora, vescovo ausiliario di Roma, che ha ricordato ai presenti come sin dalla sua nascita alla fine del 1800, il movimento cooperativo sia stato affiancato e sostenuto dalle encicliche papali, dalla Rerum Novarum di Leone XIII alla Laudato Sii di Papa Francesco.
Dopo la benedizione vescovile della sede dell’Accademia e del crocifisso realizzato dal socio Umberto Perrini, il Presidente Mario Terra ha ringraziato relatori e partecipanti dando appuntamento alla terza sessione seminariale programmata a fine Settembre a Perugia.