Rafforzare la contrattazione di secondo livello, sostenere la capacità competitiva del sistema industriale e la partecipazione dei lavoratori nell’organizzazione delle imprese, individuare misure per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono gli elementi chiave del “Patto metropolitano per la coesione sociale”, firmato dal presidente di Confindustria Veneto Est, Leopoldo Destro, e dal vicepresidente Alberto Zanatta con i vertici delle sigle territoriali di Cgil, Cisl e Uil.
«Siamo al centro di un movimento epocale che riguarda la transizione sia digitale che energetica», ha detto Destro, «sta per finire un mondo e ne sta nascendo un altro. Ci vuole una cassetta degli attrezzi adeguata per far fronte alla gestione delle transizioni e poi intercettare quelle che saranno le nuove dimensioni del mondo industriale e del lavoro».
Il Patto vuole aprire a una sperimentazione sugli orari di lavoro, verso una maggiore flessibilità e conciliazione con i tempi della vita e con la tutela del salario. L’accordo mira poi a rafforzare i presidi e la formazione per prevenire infortuni e morti sul lavoro, e a innalzare l’occupazione giovanile e femminile, contro ogni forma di discriminazione di genere.
In questo quadro, il documento siglato da Confindustria e rappresentanze sindacali si snoda attorno a quattro capitoli: “Contrattazione di secondo livello”; “Sicurezza sul lavoro”; “Mercato del lavoro e formazione”; “Sviluppo sostenibile, rigenerazione urbana e territoriale, legalità”.
Particolare attenzione è dedicata anche agli effetti della transizione energetica che implicherà lo sviluppo di sistemi e impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. «Imprese e sindacati», si legge, «convengono di intervenire presso le Autorità di governo locale e regionale, affinché vengano semplificati e accelerati i processi autorizzativi. Analogamente, si impegnano affinché vengano sostenute le iniziative industriali in grado di recuperare il patrimonio edilizio esistente (anche attraverso i crediti edilizi), le verticalizzazioni e le riconversioni industriali, i cambi di destinazione necessari a sostenere iniziative coerenti con gli obiettivi di sostenibilità ambientale ed energetica».
Il tutto con attenzione al tema della legalità. «Il rispetto del territorio passa anche per il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata», aggiungono Confindustria e sindacati, «vogliamo contribuire fattivamente, al rafforzamento sul territorio della rete di presidio e vigilanza che, attraverso la collaborazione con le forze istituzionali, contribuisce a rafforzare la cultura della legalità e, con essa, di una democrazia partecipata».
In una fase in cui l’inflazione erode il potere d’acquisto delle famiglie i sindacati sottolineano l’importanza di alcune misure contenute nel Patto.
«Un documento significativo», hanno spiegato i segretari Cgil, Aldo Marturano (Padova), Mauro Visentin (Treviso), Daniele Giordano (Venezia) e Pieralberto Colombo (Rovigo), «perché apre a temi da tempo al centro della nostra agenda come, ad esempio, il coinvolgimento dei lavoratori, con le loro rappresentanze, nelle scelte organizzative e strategiche d’impresa e l’accordo per l’apertura a sperimentazioni sull’organizzazione e orario di lavoro che concilino, a parità di salario, crescita produttiva con i tempi di vita e di lavoro dei lavoratori».
«Fondamentali si confermano la contrattazione di secondo livello, la tutela della sicurezza sul lavoro, del mercato del lavoro e della formazione, la rigenerazione urbana e territoriale e la legalità», hanno sottolineato i segretari Cisl Massimiliano Paglini (Treviso-Belluno), Samuel Scavazzin (Padova-Rovigo)e Michele Zanocco (Venezia), «riteniamo fondamentale l’attuazione del Patto sottoscritto, mediante il potenziamento della contrattazione di secondo livello e la definizione dei tavoli territoriali che valorizzino e rispondano alle specificità».
«Sicurezza, legalità, contrattazione, crescita sostenibile, lavoro di qualità sono gli obiettivi messi nero su bianco nel patto con Confindustria Veneto Est», hanno aggiunto i coordinatori provinciali Uil, Igor Bonatesta (Venezia), Massimo Zanetti (Padova), Gino Gregnanin (Rovigo) e Gianluca Fraioli (Treviso).
La volontà condivisa da imprese e sindacati è quella di dotarsi degli strumenti per preservare il patrimonio industriale del territorio e al contempo garantirgli un futuro sostenibile di sviluppo. «Vogliamo in questo modo avviare un lavoro tecnico e una sintesi comune sui temi del patto, con le proposte delle parti sociali al decisore pubblico», ha specificato Luca Fabbri, vicepresidente di Confindustria Veneto Est per le relazioni sindacali, «su come mettere gli imprenditori in condizione di investire e crescere, sulla produttività e la tutela del potere d’acquisto, anche attraverso forme avanzate di organizzazione, le politiche attive del lavoro, la partecipazione delle donne, la sicurezza, il welfare. Ci aspettiamo che le istituzioni riconoscano il valore di questa unità di intenti delle parti sociali e che vogliano con noi tradurla in unità di azione. A partire dal taglio strutturale del cuneo».
Una misura, quest’ultima, che in questa fase di congiuntura economica complessa darebbe un grande aiuto ai lavoratori oggi alle prese con l’inflazione e l’aumento dei costi dell’energia.