Nelle imprese associate a Confindustria vengono erogati premi collettivi per oltre 3 lavoratori su 5. E’ quanto emerge da un’indagine del centro studi di viale dell’Astronomia (Csc) sul lavoro. L’annuale report sulle condizioni dell’occupazione ha registrato che nella prima metà dell’anno nell’industria in senso stretto il 63,7% dei lavoratori era coperto da un contratto aziendale che prevede l’erogazione di premi variabili collettivi (l’82,5% nelle imprese con almeno 100 dipendenti). La contrattazione aziendale di contenuto economico è meno diffusa nei servizi, dove i lavoratori coperti erano il 45,3%.
Oltre alla corresponsione di premi, il 15,8% dei contratti aziendali prevede la possibilità che questi siano convertiti in welfare. La diffusione di forme di partecipazione dei lavoratori agli utili è invece del 3,5% e quella di forme di coinvolgimento paritetico dei dipendenti nell’organizzazione del 4,1%. Il 57,6% delle imprese associate mette a disposizione dei propri dipendenti non dirigenti almeno un servizio di welfare.
La forma più diffusa è l’assistenza sanitaria: 43,5% in media, 76,1% per le aziende industriali con 100 o più addetti. Tra le grandi imprese dell’industria, inoltre, uno su 4 eroga somme e servizi di educazione, istruzione o ricreazione a favore di familiari dei dipendenti e uno su 10 offre contributi per l’assistenza a familiari anziani o non autosufficienti.
Si diffonde il lavoro agile: un’azienda su 20 lo ha già introdotto e una su 10 lo ritiene un tema di interesse da affrontare. E’ ancora in prevalenza regolato solo da accordi individuali, ma in un caso su 4 ad essi si affianca già un trattamento da regolamentazione e/o contratto aziendale. L’incidenza delle ore di assenza sulle lavorabili nelle aziende associate è rimasta nel corso del 2017 sui livelli del 2016 (6,5% da 6,6%) e si è confermata più elevata nei servizi (7,6% contro il 5,9% nell’industria in senso stretto) e nelle imprese più grandi (7,3% in quelle con 100 e più addetti; 4,4% in quelle fino ai 15).
Il dato sulla estensione della contrattazione aziendale è sorprendentemente positivo. Ancora di più che la forma più diffusa di welfare riguardi la sanità.
Vuol dire che c’è insoddisfazione per la sanità integrativa prevista dai Contratti nazionali?