Co-determinazione, la vera forza del modello tedesco.

Renzi invoca il modello indu­striale tede­sco per ten­tare di risol­vere il pro­blema del lavoro e della disoc­cu­pa­zione. Però non dice che quel sistema indu­striale si fonda soprat­tutto sulla co-determinazione (Mit­be­stim­mung), che in ita­liano spesso si tra­duce male con coge­stione). In Ger­ma­nia i rap­pre­sen­tanti dei lavo­ra­tori sie­dono nel cda delle grandi e medie aziende con pari diritti degli azio­ni­sti: infatti per legge tutti i lavo­ra­tori, iscritti e non iscritti al sin­da­cato, eleg­gono non solo il con­si­glio sin­da­cale di fab­brica ma anche i loro rap­pre­sen­tanti nei con­si­gli diret­tivi delle imprese.

(…) I lavo­ra­tori tede­schi non hanno una par­te­ci­pa­zione finan­zia­ria nel capi­tale delle aziende (come invece vor­rebbe la Cisl in Ita­lia) e for­tu­na­ta­mente non sono legati agli utili del capi­tale ma hanno un potere reale sulle imprese. È que­sto il vero segreto della potenza mani­fat­tu­riera tede­sca: i lavo­ra­tori code­ci­dono del destino delle «loro» aziende e natu­ral­mente sono inte­res­sati a svi­lup­parle e a innovare.

(E. Grazzini, ilmanifesto.info, 03.09.2014)

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