Dopo la pubblicazione dell’articolo di Pier Paolo Baretta sulla democrazia economica, Riformismo e Solidarietà ospita una serie di contributi e interviste di studiosi, giuslavoristi, sindacalisti e politici su questo tema, finalmente entrato nell’agenda politica. Di seguito l’intervista a Chiara Braga, parlamentare del Pd.
Una delle prime proposte lanciate dal neosegretario del Pd, Enrico Letta, è stata quella sulla partecipazione dei lavoratori alle decisioni e agli utili delle imprese. Secondo Pier Paolo Baretta “nella democrazia economica, proprio come nella democrazia politica, bisogna concepire e praticare i diritti e la partecipazione di tutti i soggetti diversamente coinvolti nei destini del processo economico”. Condivide questa lettura?
La condivido molto, specie in una fase come quella che stiamo vivendo in cui la ripresa economica non può che avvenire su basi di maggiore sostenibilità e equità. Del resto la prova durissima a cui ci ha sottoposto la pandemia ha reso ancora più evidente come solo una più forte alleanza tra il mondo dell’impresa e del lavoro permette di superare i momenti di maggiore difficoltà. Ci sono segnali positivi, ad esempio gli accordi sulle vaccinazioni sui luoghi di lavoro: un’assunzione di responsabilità collettiva, che si fonda appunto sulla partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nella sfida della lotta al virus e alla ripresa della nostra economia.
Quali ritiene che siano gli ostacoli maggiori al compimento di una reale democrazia economica nelle imprese italiane? Trova realistica la possibilità di una sorta di alleanza tra datori di lavoro e dipendenti, che comporta anche il diffondersi di nuove relazioni sindacali e una riforma democratica del capitalismo?
Penso che davvero dobbiamo saper fare tesoro di quello che questa drammatica vicenda ha reso ancora più evidente: nessuno si salva da solo. Il nostro modello di sviluppo ha manifestato tutti i suoi limiti e ha bisogno di una riforma che aumenti la democrazia reale nei processi di sviluppo imprenditoriale e di organizzazione del lavoro. Questo richiede di superare alcune rigidità che ancora ci sono o peggio i tentativi di chi vorrebbe contrapporre le esigenze di competitività delle imprese con i diritti e la sicurezza dei lavoratori.
Il Pd si trova nella doppia veste di promotore di questa iniziativa e di partito di Governo. Come ritiene si debba gestire questa partita? Quali sono i primi passi da compiere? È indispensabile una legislazione di sostegno per dare vita alla proposta lanciata da Letta?
Il PD non rinuncia a portare in questa maggioranza, che sappiamo essere ampia e anche disomogenea, i nostri valori e la nostra visione di Paese. Quello della difesa della dignità del lavoro, anzi meglio dei lavori e delle lavoratrici e dei lavoratori, è per noi un punto imprescindibile. Così come l’esistenza di sostenere lo sforzo straordinario delle imprese, grandi e piccole, che hanno più sofferto per la crisi e che sono pronte anche a rinnovarsi e a cogliere le nuove opportunità di questa fase, penso al tema della transizione ecologica e digitale. Il ministro Orlando in questi primi mesi ha avviato da subito un confronto molto franco e aperto con tutte le parti, con i sindacati e le imprese, per stimolare e accompagnare i passaggi che avremo davanti. Credo che insieme alla gestione dei provvedimenti che dovranno accompagnare l’uscita dell’emergenze e la ripresa economica sarà molto importante porsi anche degli obiettivi di riforma che possano realizzare dei passi in avanti sulla strada della democrazia economica.