La libertà è partecipazione, cantava Gaber nel lontano 1972. Cinquant’anni dopo, il suo appello risuona ancora nei luoghi di lavoro svuotati dalla pandemia e dalla ricerca di un nuovo equilibrio fra vita privata e professionale. Un appello raccolto dall’indagine BESt Work Life sul benessere in azienda, condotta da NeXt-Nuova Economia per Tutti, su 22 imprese e realtà del Terzo settore che si sono sottoposte a quest’analisi. «L’obiettivo è verificare il livello di benessere e partecipazione aziendale, per aiutare le aziende a migliorare il clima di lavoro, poiché le aziende “felici” non solo fanno stare meglio i propri collaboratori, ma aumentano la propria stabilità e resilienza sul mercato», spiega Luca Raffaele, direttore generale di NeXt.
Il percorso, promosso da NeXt in partenariato con Corriere-Buone Notizie e con il sindacato Fim-Cisl, ha seguito il quadro di riferimento nazionale del Benessere Equo e Sostenibile dell’Istat, assegnando un punteggio a ogni azienda in base a una serie di parametri sulle condizioni di benessere e sui livelli di partecipazione. Le tre aziende che hanno messo a segno il punteggio complessivo più alto nelle tre categorie di piccole, medie e grandi, sono state premiate a Milano ieri, 28 novembre, durante un evento al Corriere della Sera: fra le piccole la Cooperativa sociale Mir, che si occupa di reinserimento nella società di soggetti a rischio marginalità; fra le medie Perrottagroup, che opera nel campo delle costruzioni, e fra le grandi Coop Liguria, una delle 7 grandi cooperative di consumatori del sistema Coop.
Altre quattro aziende sono salite sul palco con una menzione speciale: la società benefit Palm come miglior realtà Esg; Denios per le relazioni sindacali migliori; la società benefit Uomo & Ambiente per le migliori forme di partecipazione e Sutter Industries per il coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici nell’iniziativa (l’azienda vanta la più alta percentuale di dipendenti che hanno compilato i questionari). «Abbiamo puntato molto sul concetto di partecipazione alle decisioni aziendali, oltre che sul benessere, nella convinzione che da un lato i due aspetti siano correlati fra loro e dall’altro lato determinino un clima organizzativo fortemente generativo, consentendo alle aziende di crescere in termini di profitti e di sostenibilità», precisa Raffaele.
Il capitale umano
In questa chiave, l’indice elaborato da NeXt si configura come uno strumento complementare in relazione alle più diffuse classifiche internazionali dei migliori luoghi di lavoro. «Il problema è che le classiche indagini sul clima aziendale sono tutte basate su un welfare statico, vecchio stile, concentrato sui benefit e sui requisiti del luogo di lavoro, mentre danno poca attenzione alle dinamiche interne e allo sviluppo umano. Il nostro indice vorrebbe colmare queste lacune e servire alle aziende per allargare lo sguardo ad altri aspetti come dignità, equità, integrazione, inclusione sociale nel contesto lavorativo, ma soprattutto alle modalità di partecipazione dei lavoratori, non solo in fase consultiva ma anche in fase decisionale. Questo ci è sembrato il punto più delicato e difficile da introdurre nella cultura aziendale», rileva Raffaele.
Le persone, dunque, devono essere al centro dell’attenzione, non solo i luoghi di lavoro o i benefit. Un punto di vista condiviso anche da Roberto Benaglia, segretario generale della Fim Cisl. «Si parla sempre di responsabilità sociale d’impresa, di benessere dei lavoratori, di partecipazione, ma come si passa dalle parole ai fatti? Bisogna misurare gli effetti pratici, concreti, di tutte queste buone intenzioni», sostiene Benaglia. Il problema sta nei metri di misura utilizzati, che spesso sono opinabili. «Prendiamo l’esempio della parità di genere e del divario salariale fra uomo e donna sui luoghi di lavoro: ci sono società professionali che si occupano di questo problema, ma poi producono analisi puramente tecniche senza mettere al centro le persone», rileva.
L’esperienza di collaborazione con NeXt, invece, per la Fim Cisl è un modo di andare al cuore del problema utilizzando parametri reali, vicini all’esperienza delle persone. «Soprattutto per l’aspetto della partecipazione, ci stiamo chiedendo come può essere misurata in termini concreti, quali sono i parametri che vanno a descrivere le condizioni reali dei lavoratori, tenendo a mente che per noi l’apporto della contrattazione collettiva non è un elemento secondario, ma sostanziale della vita aziendale, fortemente correlato con il benessere dei lavoratori», precisa Benaglia. In molti indici, invece, si inseriscono altri strumenti aleatori di partecipazione, trascurando questo che è l’unico strutturato e stabile, rischiando di dare un quadro transitorio e facilmente manipolabile delle condizioni di lavoro in azienda.
L’esigenza di stabilità e di misurabilità è ancora più importante in una situazione instabile come questa, di transizione energetica ed economica. «Siamo sull’ottovolante tra costi dell’energia, inflazione, ricadute della pandemia, recessione in arrivo e un mondo del lavoro che è molto cambiato: il ruolo dei lavoratori sta diventando determinante per il successo di un’impresa, non c’è più l’operaio massificato e passivo ma c’è bisogno di lavoratori competenti e partecipativi, che guardino al miglioramento dei risultati e contribuiscano a un clima aziendale positivo». In questo contesto non è possibile pensare che l’iniziativa venga solo da parte aziendale, con i dipendenti che si fanno carico delle nuove richieste senza intervenire attivamente nella stanza dei bottoni.
E Benaglia cita l’esempio tedesco, dove i lavoratori sono pienamente chiamati a condividere le scelte delle imprese. Ma prima di arrivare a queste vette, bisogna fare con gli strumenti che abbiamo e promuovere concretamente il benessere in azienda. Il percorso è appena cominciato: l’ambizione, in prospettiva, è mappare il benessere e il livello di partecipazione dei lavoratori in tutta Italia, raccogliendo migliaia di questionari che raccontino come si svolge la giornata di lavoro, dallo smart working alla formazione, fino ai momenti di confronto interno sulle strategie aziendali.