La socialdemocrazia in tutte le sue varianti nazionali e di partito non fa mai un’analisi di classe dei rapporti sociali, perché l’idea di questi partiti è che il concetto di “classe” sia superato e che oggi bisogna trovare un’intesa tra i datori di lavoro e i lavoratori per realizzare una società capitalista equa. Questo modello politico ha anche una base economica, che è la Cogestione.
Il termine tedesco per cogestione è Mitbestimmung ed è il modello che la Volkswagen ha praticato negli ultimi decenni e che era considerata l’avanguardia dei rapporti tra la base dell’azienda e i suoi vertici. La cogestione è il sogno di ogni socialdemocrazia, che desidera applicarla nel suo paese e realizzare la pace sociale. La Cogestione è l’acquisto di titoli e di azioni dell’azienda da parte del lavoratore, nonché l’entrata di uno o più rappresentanti dei sindacati all’interno dei consigli di amministrazione.
Questo modello sarebbe dovuto essere la soluzione del conflitto tra Capitale e Lavoro e che avrebbe dovuto relegare gli scioperi e le lotte per i diritti dei lavoratori, nonché l’abolizione della proprietà privata di terre e industrie, nel passato novecentesco. Con lo scoppio del caso Volkswagen sulle emissioni di Co2 è emerso l’inganno dell’azienda contro i consumatori e la società civile sensibile alle tematiche ambientali. A noi non interessa gongolare sulle difficoltà dell’azienda tedesca e non crediamo nel “mal comune, mezzo gaudio” che spingono molti ad essere soddisfatti per questo fallimento. Invece a noi interessa notare come il modello della Cogestione abbia risucchiato il sindacato all’interno delle logiche aziendali, mostrando così come l’applicazione della socialdemocrazia per eccellenza in campo economico e aziendale abbia portato alla non soluzione del conflitto tra Capitale e Lavoro, ma alla sottomissione dei lavoratori al Capitale. Il silenzio fa scalpore, il sindacato è diventato complice e questo abbraccio è stato mortale. I lavoratori, grazie al sistema della cogestione, non hanno più una dirigenza combattiva, ma una testa marcia che puzza , ma una testa marcia che puzza tremendamente.
L’abbraccio mortale ha legato il destino dei lavoratori che possiedono azioni aziendali ai loro padroni, perché denunciare la truffa degli imprenditori avrebbe un effetto boomerang su loro stessi e i loro interessi. Muoia Sansone con tutti i filistei! Dei sindacati gialli a noi importa ben poco e speriamo che vengano spazzati via, ma i lavoratori dovranno riprendere in mano le tesi marxiste e di classe, altrimenti le aziende vinceranno anche in questo caso. Speriamo che i lavoratori Volkswagen possano acquisire coscienza da questi fatti e che riorganizzino le loro lotte con il principio che con il capitalismo non si possono fare compromessi e che la socialdemocrazia in fabbrica, come in politica, li porterà ad una rovinosa sconfitta.
In fine esprimiamoci anche sulla questione ambientale. Crediamo che si dia troppo peso alle emissioni di Co2 delle autovetture e troppo poco a quelle prodotte quando l’autovettura viene costruita. Le emissioni di Co2 reali e dannose sono soprattutto quelle prodotte per l’estrazione dei materiali per la costruzione dell’auto e per l’assemblaggio stesso dell’auto nella fabbrica. Una corretta prevenzione delle emissioni che distruggono il nostro pianeta può essere fatta solo considerando tutto il processo di produzione e non solo la parte che riguarda l’utilizzo del prodotto. La battaglia contro l’inquinamento ambientale è una questione sociale importante e deve essere analizzata con attenzione. Non è un caso che le aziende non propongano una riduzione delle emissioni durante tutto il percorso di produzione, i costi per loro lieviterebbero e il profitto ne risulterebbe intaccato. Capitalismo e ambientalismo non sono conciliabili e l’unione delle due battaglie va di pari passo.
(Militant, www.redmilitant.eu, 08.10.2015)