Il sindacalismo nazional-rivoluzionario ha avuto storicamente due facce: quella più immediata, “pratica” (rivendicativa sul piano dei salari e delle condizioni di lavoro) e quella “teorica” (progettuale e culturalmente eretica rispetto ai vecchi dogmi ideologici di matrice ottocentesca). Quando le due volontà si sono incrociate e “contaminate” ne è nata una delle più interessanti e creative stagioni della storia sociale del nostro Paese.
Fatte le debite proporzioni, il recente incontro, sul tema della Partecipazione, organizzato dall’Ugl Metalmeccanici, guidata dal Segretario Nazionale Antonio Spera, nell’ambito della sua assemblea organizzativa (Rimini, 21-23 aprile), ha avuto il respiro sociale e culturale di un’esperienza, “teorica” e “pratica”, che vale la pena rimarcare.
Non è facile – lo dico per avere partecipato alla tavola rotonda – misurarsi su tematiche “pesanti”, dal punto di vista teorico e storico, avendo di fronte una platea di rappresentanti sindacali, provenienti da tutta l’Italia, impegnati quotidianamente sui temi del lavoro operaio, della difesa dell’occupazione, dei salari, delle delocalizzazioni e ristrutturazioni aziendali. Temi che richiedono risposte immediate e – se necessario – pronte iniziative di lotta, laddove la “controparte”, spesso rinchiusa nei suoi interessi particolari ed immediati, mostra il tuo atavico egoismo.
Rispetto a questo quadro, parlare di Partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende da parte di chi – come il sottoscritto – ha un approccio eminentemente “teorico” al tema, appariva in premessa un’impresa non facile , laddove gli altri amici invitati (Ettore Rivabella, Francesco Guarente, Gianluca Passera) erano invece impegnati, da tempo, sul duplice fronte teorico e pratico. La partecipazione al dibattito di Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl, e di Luca Malcotti, Vice Segretario Generale, insieme ad una platea di quadri sindacali, rischiava di creare un corto circuito tra chi è abituato a misurarsi sui temi dottrinari e chi sull’azione diretta.
L’incontro si è invece trasformato in un proficuo scambio d’idee, rispetto ad un’Idea Partecipativa, storica bandiera del Sindacalismo Nazionale, che ha trovato nuove declinazioni e diverse ragioni d’essere, nella prospettiva – chiara a tutti – dei problemi sociali e delle aspettative che sono all’ordine del giorno del mondo del lavoro e dell’intero Paese,
Ognuno dei partecipanti al confronto lo ha fatto toccando ovviamente le corde della propria sensibilità e competenza. Ma lo spessore del confronto e la condivisione di quanti, sul campo, si misurano rispetto alle domande “pratiche” dei lavoratori fa ben sperare. A partire – è un po’ la sintesi della tavola rotonda – dai vari interventi ascoltati: il mutare dei meccanismi produttivi sull’onda della Rivoluzione 4.0; le esperienze normative realizzate in diversi Paesi europei (con l’Italia grande assente, malgrado le indicazioni costituzionali, fissate nel “mitico” art. 46); l’esigenza di allargare il ruolo della rappresentanza dei lavoratori, con la piena, coerente assunzione di consapevolezza e di responsabilità delle categorie produttive; la visione della conflittualità, mezzo non fine, all’interno di un compiuto progetto di trasformazione della stessa figura del lavoratore; la necessità di dare voce ai territori, dove le aziende operano e sono radicate; il costruire contrattualmente forme reali di partecipazione; l’individuazione di una via alla partecipazione anche per le piccole imprese, spesso scarsamente sindacalizzate, laddove nelle micro imprese si realizza una solidarietà partecipativa già nei fatti; il declinare crisi salariali e partecipazione agli utili nelle aziende.
Come si vede un ventaglio di idee/proposte su cui ci sarà da impegnarsi, fissando come prioritaria una ritrovata centralità del lavoro, rispetto ad un mondo della produzione da troppi anni “centrato” sugli interessi della finanza, sul profitto fine a se stesso, sui mercati esteri, a discapito del mercato interno.
In vista del 1° maggio 2022 l’incontro organizzato dall’Ugl Metalmeccanici ha offerto uno spettro di sollecitazioni ed indicazioni da non sottovalutare e su cui impegnarsi. Segno dell’importanza dell’opzione partecipativa, l’unica in grado di dare una nuova speranza al mondo del lavoro, alle giovani generazioni, all’intero Paese, mobilitando unitariamente mondo culturale, realtà sociale e forze politiche. La sfida è lanciata.