Quello sulla partecipazione dei lavoratori in Italia è un discorso aperto da tempo, interrotto e ripreso più volte senza arrivare ad esiti certi. L’ultimo caso quello della vicenda Fca-Psa, su cui si è persa una grande opportunità da parte del nascente gruppo Stellantis per dare una spinta innovativa, in termini di partecipazione al nascente Gruppo.
Ma una buona notizia in termini di partecipazione e buone relazioni industriali, arriva dalla contrattazione di secondo livello che abbiamo messo in pista con il Gruppo SKF, azienda leader nel mondo nel settore della componentistica auto e meccatronica, che ha fatto da tempo, della partecipazione, un elemento strategico e competitivo dell’organizzazione del lavoro e delle relazioni industriali.
Un’esperienza che ha trovato nell’accordo raggiunto il 28 ottobre scorso nel sito SKF di Airasca (To) un esempio di come la contrattazione possa rappresentare dentro le relazioni industriali e di organizzazione del lavoro un elemento strategico e innovativo di miglioramento della vita dei lavoratori e della competitività aziendale, anche in un periodo così complicato come quello che stiamo vivendo.
Crisi economica e pandemica ci costringono inevitabilmente a rivedere anche i termini del nostro lavoro contrattuale e riflettere su come è meglio utilizzare le risorse che provengono dalla collettività e come queste possono essere impiegate con costrutto e lungimiranza e di prospettiva futura di sviluppo di impresa e lavoratori.
Proprio per questo, l’intesa raggiunta in SKF rappresenta un esempio virtuoso che mette al centro la formazione e le competenze delle persone.
Nella premessa dell’accordo testualmente si recita: “la formazione continua quale strumento per il miglioramento della competitività aziendale in ottica di una futura ripresa dei mercati” inoltre si aggiunge “lo sviluppo delle competenze e della professionalità quale strumento di potenziamento della occupabilità”.
Un incipit fondamentale, perché guarda al futuro del lavoro che cambia mettendo al centro la formazione come valore centrale del lavoro e del futuro delle persone.
Nel dettaglio l’aspetto interessante dell’intesa che abbiamo denominato: Piano con Ammortizzatori prevede che ai lavoratori coinvolti – nella cassa integrazione venga erogata formazione per 618 ore corso per un totale 9.390 ore complessive per 500 dipendenti. Una formazione che sarà finalizzata all’acquisizione di competenze digitali legate allo sviluppo tecnologico che sta avvenendo con Industria 4.0 e ai temi della sicurezza sul lavoro. Un aspetto quest’ultimo fondamentale, oggi più che mai con la pandemia, su cui come sindacato abbiamo dato un contributo fondamentale per la tenuta del lavoro nelle imprese metalmeccaniche con decine di accordi sui protocolli per la sicurezza.
Ma la cosa interessante dell’accordo raggiunto in SKF e che la introduce al raggiungimento di almeno il 50 % del pacchetto formativo individuale previsto per il periodo di Cassa Integrazione verrà l’erogazione di un riconoscimento economico ai lavoratori mediante lo strumento del welfare di euro 50,00, un aspetto non secondario, anzi certifica come l’azienda riconosca la formazione un elemento strategico al pari della prestazione lavorativa del singolo lavoratore.
In questo senso, l’intesa raggiunta in SKF rappresenta un esempio virtuoso di come le relazioni industriali partecipative possono dare un contributo non solo di innovazione interna ma anche di un utilizzo virtuoso delle risorse pubbliche attivando politiche attive senza subire passivamente la crisi.
Molto spesso ci viene chiesto cosa faccia il Sindacato per tutelare le persone in ambito lavorativo, ecco credo che accordi come quello di SKF, lontani dal clamore mediatico diano una risposta concreta e innovativa. Certo non basta ma se ognuno facesse la propria parte per quello che gli compete – probabilmente riusciremmo a risolvere molti problemi che limitano le nostra capacità di dare risposte a problemi reali che vivono lavoratori e imprese rispetto all’attuale crisi ma anche alle grandi trasformazioni che stanno riguardando e riguarderanno sempre più il lavoro futuro e a cui dobbiamo farci trovare pronti. La contrattazione rappresenta uno strumento formidabile per dare risposte sostenibili e innovative a questi cambiamenti.
Personalmente ritengo che il Sindacato debba, d’intesa con le aziende, percorrere questa strada. Se vogliamo riagganciare la ripresa occorre farlo con gli strumenti corretti, l’esempio che nasce da questo accordo può indicarne la direzione.