Con un profilo ideologico annacquato dopo anni di grande coalizione da innumerevoli compromessi, finte amicizie e stagnazione forzata, i partiti sembrano incapaci di trovare una linea che li distingua. L’atteso duello televisivo tra la Cancelliera Merkel e lo sfidante della Spd, Martin Schulz si è risolto in un sonnifero che ha fatto addormentare la maggior parte degli spettatori davanti allo schermo. A un paio di settimane dal voto, la sensazione è che non c’è competizione. La Cdu vincerà le elezioni e Angela Merkel sarà il prossimo cancelliere tedesco per il quarto mandato. L’unica questione ancora senza risposta è se la Cdu governerà di nuovo una grande coalizione con la Spd, o avrà di nuovo come partner il partito liberale Fdp, che dopo 4 anni di assenza dal Bundestag sta vivendo una nuova rinascita. Questa eventualità, preferita da circa il 40% dell’elettorato, sembra essere l’unica poco gradita ai sindacati, che per il resto non si son pronunciati ufficialmente a favore di nessun partito. Dopo una fase iniziale di entusismo per il nuovo candidato della Spd, Schulz, e del suo corso all’insegna di una maggiore giustizia sociale, il sindacato unitario Dgb e le maggiori organizzazioni, hanno dato all’occasione un colpo alla botte e un altro al cerchio in vista di una nuova, non sgradita, grande coalizione. A differenza dei grandi partiti tuttavia, che si mantengono sul vago, il Dgb ha presentato una lista concreta e dettagliata delle richieste dei lavoratori e delle loro organizzazioni a prossimo governo. In sintesi, i punti pricipali riguardano: la gestione del lavoro del futuro, un ampliamento della cogestione, maggiori investimenti nell’istruzione e qualificazione, nel sistema previdenziale e sanitario, nelle infrastrutture, programmi per l’edilizia abitativa a costi accessibili, equità fiscale, migliore integrazione dei migranti e loro ripartizione in Europa, migliore trattamento pensionistico e rafforzamento delle istituzioni europee.
(www.conquistedellavoro.it, 15.09.2017)