Poste italiane secondo il congresso della Slp-Cisl.

“Mantenere in piedi la mobilitazione dell’intera categoria. La privatizzazione, non ancora scongiurata, se attuata metterebbe a rischio l’unicità aziendale, per la quale l’organizzazione si è sempre battuta in tutti questi anni e per la quale continuerà a battersi nel futuro. L’ulteriore privatizzazione metterebbe inoltre a rischio i livelli occupazionali attuali e la capillarità della rete di distribuzione e degli uffici oggi ancora in piedi”.

La conferma della linea viene dal recente congresso nazionale della Spl-Cisl, che resta il maggior sindacato di settore; naturalmente si riferisce al futuro della quota azionaria (pari al 29,30%), ancora in mano al ministero dell’Economia e delle finanze, di Poste italiane. Secondo il documento finale approvato all’unanimità dai presenti, questa “deve restare l’azienda dei lavoratori, dei cittadini, dei pensionati, del Paese, ma soprattutto deve restare un’azienda a maggioranza pubblica a forte valenza sociale”.

Giudicato positivamente il cambio ai vertici della società, auspicando che “possa anche migliorare il clima delle relazioni sindacali” perché, con la precedente gestione, aveva raggiunto “il suo punto più basso dell’ultimo decennio, anche nel deterioramento dei rapporti relazionali complessivi”.

Occorre poi “restituire centralità alla funzione risorse umane in quanto direttamente responsabile della condizione dei dipendenti e della qualità del lavoro ma soprattutto in quanto interlocutore” con le organizzazioni sindacali. Sollecitata la definizione del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro, auspicando “un’adeguata strategia volta al superamento dell’incomprensibile rigidità aziendale che ha di fatto impedito di chiudere la trattativa”.

La platea ha esposto i dubbi sulla scelta di concentrare energie e risorse nello sviluppo del risparmio gestito e dei prodotti a capitale di rischio. Tale volontà “ha sottratto attenzioni e investimenti al settore servizi postali”, sapendo che la mancanza di governo, di innovazione e di idee per il rilancio, insieme al deficit di una complessiva strategia datoriale sul tema, ha progressivamente portato ad abbandonare a se stessa l’intera funzione posta, comunicazione e logistica. Serve “una profonda rivisitazione del modello di recapito al fine di recuperare qualità ed efficienza, anche attraverso l’investimento di forti energie e risorse nel settore della logistica e dei pacchi e dell’e-commerce”. Senza trascurare i supporti innovativi e digitali, soprattutto nei confronti della Pubblica amministrazione.

Il congresso ritiene infine che “siano ormai maturi i tempi per lanciare definitivamente il tema della partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali e della democrazia economica”.

(www.vaccarinews.it, 30.05.2017)

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