Per una larga parte dei maschi italiani, e anche per molte femmine, il 46 e’ semplicemente “il numero di Valentino”. Ossia di Rossi, il campione di motociclismo. Ma 46 e’ anche il numero dell’articolo della costituzione italiana che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Articolo, ovviamente, mai applicato in Italia.Perché la costituzione viene sbandierata quando va comodo ed ignorata quando comodo non fa. E l’articolo 46 comodo non fa. A nessuno.
Innanzi tutto perché la cogestione, come la socializzazione, era già prevista dalla Carta del lavoro del fascismo e, prima ancora, dalla Carta del Carnaro. Come ricorda benissimo Gianluca Passera nel suo libro “La nobile impresa”, edito dal Cerchio. Ma i costituenti, nonostante il loro antifascismo, non potevano ignorare le conquiste sociali del precedente governo. Non potevano cancellare pensioni e ferie pagate. Ma la cogestione, inserita per forza di cose nella costituzione, bastava evitare di applicarla. Per far contenti tutti.
Non solo i politici di governo democratico al servizio del grande capitale ma anche le sinistre e pure la destra. Che rispolverava corporativismo e socializzazione negli slogan urlati nei cortei prima delle elezioni per poi dimenticarsi tutto durante la legislatura. Una destra che ignorava i canti del lavoro preferendo le discoteche.
Indubbiamente cogestire un’impresa non è facile. Ed è ancor più difficile in una fase caratterizzata dalla globalizzazione. Bisogna studiare, prepararsi, conoscere l’economia, la produzione, il marketing, la politica internazionale. Servono centri studi, rapporti con istituzioni ed università. Eppure, tutto questo, i sindacati tedeschi riescono a farlo. Quelli italiani no.
Meglio utilizzare in altro modo i soldi delle tessere, i soldi dei CAF. Meglio occuparsi dei distacchi dei delegati e dei turni di ferie degli iscritti piuttosto di andare ad esaminare la prospettive dell’azienda e del settore. Per poi arrivare a dichiarazioni di servilismo imbarazzante, da parte di alcuni, dopo ogni incontro con il padrone di turno.
Il giovane studioso Passera (nessuna parentela, ovviamente) ha avuto il merito di rilanciare il problema. E il circolo Pasetto di Padova il coraggio di presentare il libro e di affrontare il tema indicando anche le prospettive. Perché i disastri provocati dall’attuale sistema economico e di gestione delle aziende sono sotto gli occhi di tutti. Anche le soluzioni sono a portata di tutti, ma è meglio non parlarne.
(www.pensalibero.it, 27.03.2016)