È in corso a Roma il 19° Congresso confederale della Cisl, al quale partecipano anche i delegati di First Cisl. L’importante evento, di cui è possibile seguire la diretta streaming sul sito www.cisl.it, è cominciato con l’Inno d’Italia ed europeo partecipato da oltre mille delegati provenienti da tutta Italia, una platea che rappresenta 4 milioni e 76mila iscritti, e numerosi ospiti internazionali, politici, sindacati e istituzioni. A salutare l’avvio dei lavori anche i messaggi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di Papa Francesco.
Quindi è stato il momento della lettura della Relazione di apertura del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra: “Un patto sociale e un grande accordo sulla politica dei redditi, lotta alle diseguaglianze, sicurezza sul lavoro e una legge di iniziativa popolare sulla partecipazione, i punti fondamentali al centro del suo intervento.
Un “pilastro strutturale” da mettere in piedi è quello di “una nuova politica dei redditi suggellata da un accordo trilaterale tra governo, sindacato e mondo delle imprese” – ha aggiunto guardando ad “un nuovo patto sociale”. “Lo sosteniamo da tempo” – ha sottolineato – e ora “non possiamo che apprezzare, da parte del governo, il riaffermarsi di questa idea. Per aumentare salari e potere d’acquisto “dobbiamo agire d’intesa comune, azionando diverse leve, quella fiscale e contrattuale”.
Il Governo Draghi ha aperto ad “un dialogo sociale che ha dato vita a una serie di accordi di grande rilievo” ha poi osservato ricordando le intese siglate con il Governo, dal Patto per l’innovazione del lavoro pubblico al Patto sulla scuola, dalle intese per aggiornare i protocolli anti-covid a quelli sullo smart working e sulla governance partecipata del Pnrr. “Non è stato un cammino privo di ostacoli, non è mancato qualche stop. Ma si sono raggiunti risultati fondamentali” ha aggiunto.
“Quella che stiamo promuovendo – ha detto Sbarra citando Gino Giugni – è una marcia per una nuova concertazione. Una concertazione da innovare, da aggiornare, da rendere snella e reattiva, che porti ad affidamenti solidi e regole condivise, dando profondità al cammino fatto in quest’ultimo anno e alle intese di assoluto valore che ne sono scaturite”. Di questo cammino per il segretario generale della Cisl “conta il metodo, che mette insieme tutte le energie di cui dispone il Paese. E conta il prossimo traguardo, indispensabile per raggiungere quelli successivi: un nuovo “Patto sociale” organico, strutturato, condiviso”.
È stato ricordato Franco Marini, che dall’11° Congresso confederale, nel luglio del 1989, diceva che il valore dell’esperienza sindacale dovesse “misurarsi con gli orizzonti profondi che attraversano le società”. E che, per riuscire, fosse necessario “orientare la nostra azione sul piano europeo”; parole “attualissime” per Sbarra.
“Esserci per cambiare” uno slogan che riconduce alle parole di Tina Anselmi, che da ministra costruì la sanità e il welfare del nostro Paese. “Senza mai dimenticare, lei che lo conosceva bene, il lavoro delle donne, da dove veniva”; ed è il lavoro, con le donne e gli uomini del lavoro, su cui il segretario generale pone l’accento: “È dalla misura umana che bisogna ripartire. La centralità della persona deve essere la chiave per ridefinire equilibri che in questi decenni, a livello globale ma anche all’interno delle singole nazioni, sono andati spostandosi altrove: verso le rendite speculative e finanziarie, verso la fredda contabilità di politiche ciecamente rigoriste, antisociali e tecnocratiche, che hanno fatto avanzare in modo prepotente quella “cultura dello scarto” denunciata da Papa Francesco nelle encicliche Laudato si’ e Fratelli Tutti.
E poi il tema della sicurezza sul lavoro: “Il lavoro non può tramutarsi in causa di sofferenza e di morte” ha detto çLuigi Sbarra. “È un infinito bollettino di guerra: oltre 13 mila caduti nell’ultimo decennio in Italia. È intollerabile”. Sindacati e imprese devono avere voce in capitolo nei Cda di Inps e Inail. Rilancia la richiesta il leader della Cisl Luigi Sbarra: “Tornare ad avere peso nei board decisionali e nei consigli di amministrazione di queste ed altre realtà pubbliche. La sicurezza nei luoghi di lavoro deve diventare la nostra priorità, la nostra ossessione. Serve – ha aggiunto – un grande piano nazionale che rafforzi l’esercito degli ispettori e moltiplichi i controlli. Dobbiamo incrociare le banche dati, istituire una patente a punti da legare agli appalti. Va sostenuta la prevenzione e l’innovazione tecnologica finalizzata alla sicurezza. Un’azienda più sicura è anche più produttiva e competitiva”.
“Lanciamo oggi la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare sulla partecipazione” nei board delle aziende, private e pubbliche, a partire da queste ultime, ha quindi annunciato Sbarra. “Questo è il nostro impegno, questa la nostra battaglia. La partecipazione va costruita dal basso, attraverso l’incontro negoziale e la bilateralità. Ma va anche promossa con una legge di sostegno ad un accordo quadro che promuova forme di vera e propria cogestione. Un modello applicabile alle grandi aziende pubbliche e private, con consigli di sorveglianza composti anche da rappresentanti dei lavoratori. Fissando il traguardo al coinvolgimento strutturato del mondo del lavoro, alla vita finanziaria e alla governance d’impresa. Il tempo è arrivato”, ha sottolineato il segretario generale della Cisl.
Nel fare riferimento al lungo periodo della pandemia e alla recente guerra in Ucraina, Luigi Sbarra ha posto l’accento: “Si tratta di ritardi e criticità che la Cisl denuncia da sempre. Quelli di un welfare su cui, negli anni, non si è debitamente investito, ma al contrario si è tagliato in modo scellerato. Quelli che si manifestano nelle fragilità di un sistema-lavoro e di un tessuto produttivo non supportati adeguatamente da tutele attive, investimenti e democrazia economica. Quelli legati ai limiti di un’Europa ancora inconclusa, ancora da osare”.
“È il lavoro che ha salvato l’Italia e l’Europa – ha proseguito Sbarra – Il coraggio e i sacrifici affrontati da medici, infermieri, operatori sanitari. L’impegno di donne e uomini delle Forze dell’Ordine, della Protezione civile, delle Amministrazioni, degli Enti locali, delle scuole. Quello di chi ha continuato a garantire servizi e beni essenziali anche nei periodi di lockdown; il vasto esercito di lavoratori che opera nelle “filiere della vita”, nell’agroalimentare, nella logistica, nei trasporti, nella distribuzione”.
E sul capitolo della guerra in corso in Ucraina dopo l’invasione della Russia “la pace è un bene supremo. Ma non una pace purché sia”, ha sottolineato il leader della Cisl precisando che “non può esserci pace se c’è sottomissione perché non è una pace quella che coincide con le ambizioni di chi vuole ridisegnare i confini d’Europa con la forza. Quella che va perseguita è la pace giusta e duratura dei diritti umani, della democrazia. È il grande obiettivo verso cui deve essere rivolto ogni sforzo della comunità internazionale, dell’Europa, del nostro Governo. Per questo abbiamo sostenuto, dal primo momento, le dure sanzioni che con prontezza, evitando altre scelte che avrebbero comportato una escalation militare ancora più pericolosa, sono state applicate nei confronti di Mosca. Per questo abbiamo sempre chiesto di portare avanti, senza riserve, il più forte sostegno umanitario, logistico e materiale verso milioni di profughi in fuga dalle truppe russe e dalle rappresaglie sui civili inermi”.
“Questi temi – ha detto Sbarra – dovranno essere il cuore della “giusta transizione” europea. Dovranno essere ben declinati dentro i nuovi strumenti e le profonde piste di cambiamento che l’Unione è chiamata a definire alla luce delle radicali trasformazioni in cui siamo immersi”. “Integrazione politica e sociale, difesa ed energia come frontiere decisive”; per il segretario generale “l’augurio è che tra i leader politici non manchi consapevolezza e coraggio, e che una nuova stagione costituente vada avanti e acceleri, verso il traguardo degli Stati Uniti d’Europa”.
Quindi il leader della Cisl è tornato sul tema del lavoro: “Chiediamo interventi forti per sostenere i consumi e proteggere il lavoro, che va difeso con strumenti transitori ma non di breve periodo, con sgravi anche alle aziende che non licenziano. Pensiamo, per esempio, al bisogno di elevare ulteriormente il prelievo sugli extra-profitti, a confermare in via strutturale il taglio delle accise sui carburanti, a incrementare il sostegno dei 200 euro, ad alzare il tetto Isee per gli sgravi in bolletta, a definire un nuovo bonus che possa agire in maniera trasversale su lavoratori e pensionati per consentire acquisti di beni di largo consumo in esenzione Iva. È questione di giustizia sociale, ovviamente, ma anche di macroeconomia, perché se in un momento cruciale come questo sganciamo le persone dai luoghi di lavoro e lasciamo sole le imprese rischiamo di perdere per sempre asset strategici e di condannarci alla desertificazione economica e sociale”.
Ed ha concluso: “Noi anche oggi, dal nostro Congresso, vogliamo lanciare a tutto il Paese un messaggio di fiducia e di speranza. Vogliamo condividere la consapevolezza che i problemi si risolveranno solo partendo dalla centralità della persona, dando risposta alle esigenze e alle domande del singolo lavoratore e della singola azienda. E insieme vogliamo trasmettere la convinzione che seppure ancora molto lunga, la strada è aperta, il percorso della ricostruzione è avviato. È il grande compito che abbiamo davanti, che ha davanti la nostra generazione di sindacalisti Cisl”.